Di Matteo Forciniti
Da tre mesi al Comites dell’Uruguay regna l’illegalità ma nessuno interviene. Aldo Lamorte continua a mantenere un doppio incarico che la legge considera incompatibile: da una parte fa il presidente del Comites, dall’altra mantiene la poltrona di consigliere del Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) ottenuta dal precedente governo grazie all’amico e compagno di partito Ricardo Merlo che allora era il sottosegretario agli Esteri.
Pochi giorni fa l’Avvocatura Generale dello Stato è intervenuta riguardo l’operatività del Cgie chiarendo una volta per tutte quello che gli addetti ai lavori avevano già osservato da tempo: i membri del Cgie restano in carica fino alla prima riunione di insediamento del nuovo Consiglio. Per l’architetto e politico uruguaiano ormai non ci sono più alibi, il suo doppio incarico è illegale e questo, inevitabilmente, mina la credibilità dell’organismo di rappresentanza da lui controllato a Montevideo e piegato ai suoi interessi personali. Quale legittimità può avere quindi un Comites se al suo vertice è stata commessa una palese illegalità?
La questione dell’incompatibilità del doppio incarico era stata sollevata dalla lista di minoranza Unitalia presente all’interno del Comites. Nel corso della seduta del 16 febbraio questi consiglieri avevano chiesto un chiarimento al diretto interessato ricordando l’articolo 5 della legge istitutiva del Cgie che è molto chiara al rispetto. In quella seduta Lamorte aveva affermato che non si era dimesso poiché il Cgie secondo lui scadeva automaticamente con l’insediamento del nuovo Comites. Tale interpretazione però è falsa come ha appena stabilito l’Avvocatura dello Stato in uno dei suoi passaggi del documento.
La conseguenza appare evidente ed è molto grave: dal 21 dicembre 2021 ad oggi in Uruguay c’è una persona delegittimata a guidare l’organismo che dovrebbe rappresentare i cittadini. Chi doveva controllare cosa ha fatto? Doveva e deve farlo l’Ambasciata italiana che ha tollerato la situazione venendo peró meno al suo compito di vigilanza. La sede diplomatica non ha fatto altro che seguire la linea del servizio giuridico della Farnesina che ha messo i bastoni tra le ruote al funzionamento in questi suoi ultimi mesi di vita del Cgie prima del rinnovo.
Nella seduta del Comites del 16 febbraio il capo della cancelleria consolare Alessandra Crugnola era intervenuta in soccorso di Aldo Lamorte dicendo che questa era la tesi del Ministero degli Esteri. Nel rispondere ai consiglieri di Unitalia, il 22 febbraio, l’ambasciatore Giovanni Iannuzzi affermava che in attesa dell’intervento dell’Avvocatura Lamorte doveva presentare le proprie dimissioni da componente dell’attuale Cgie per poter svolgere le proprie funzioni all’interno del Comites. La sentenza dell’Avvocatura è arrivata da più di una settimana ma le dimissioni dal Cgie dell’ex coordinatore del Maie ancora non si vedono.
“Non credo sia necessario richiedere un parere speciale, l’incompatibilità tra i due ruoli è evidente” sostiene a Gente d’Italia Michele Schiavone, segretario del Cgie, al termine di una conferenza stampa dove sono stati illustrati i punti principali del parere emesso dall’Avvocatura dello Stato sull’operatività del Consiglio che “è stato congelato a svolgere attività di urgenza e indifferibili, de facto ibernato per tre mesi”. “L’attuale presidente del Comites di Colonia, già consigliere elettiva del Cgie, trovatasi nella stessa condizione di quello di Montevideo ha formalmente rassegnato le dimissioni il giorno della sua elezione senza essere sollecitata” prosegue Schiavone nel suo messaggio. “Ritengo che spetti alla cancelleria dell’Ambasciata di Montevideo provvedere e far rispettare la legge, che per questa fattispecie è chiara e incontrovertibile”.
In realtà, volendo essere più chiari, la questione Aldo Lamorte supera abbondantemente il doppio incarico illegale ma va ben oltre, trascinandosi addirittura al triplo incarico che il nostro ha accumulato tra l’Italia e l’Uruguay, passando con disinvoltura da una poltrona all’altra a seconda della convenienza: attualmente infatti si trova a ricoprire anche l’incarico di deputato supplente nel Parlamento uruguaiano. Allo stesso tempo sta facendo di tutto per assicurarsi l’elezione al Cgie facendo nominare come membri cooptati del Comites un suo prestanome e un altro amico senza alcun merito.
Prima ancora della legge, degli articoli e dei cavilli burocratici spesso incomprensibili c’è un concetto molto semplice alla base di questa storia che è stato dimenticato: si chiama etica, morale, una roba sconosciuta a molti politici.