"Questa è una guerra giusta. L'Europa ha il dovere di aiutare l'Ucraina, fatta a pezzi da un avversario più grande e forte, e dotato di bombe atomiche, che sono la vera grande minaccia per il mondo intero". A parlare sulle pagine del Corriere della Sera è lo scrittore peruviano, premio Nobel per la letteratura, Mario Vargas Llosa.
Lo scrittore ha paragonato l'invasione dell'Ucraina a quella della Cecoslovacchia nel 1939. A chi gli domanda se Putin sia il nuovo Hitler, Vargas Llosa risponde: "Putin non ha la dimensione demoniaca che aveva Hitler. È un piccolo agente del Kgb, la sua formazione è molto elementare, quella di un poliziotto abituato a mantenere l'ordine. Doveva mettere ordine in Russia, che si trovava in una situazione caotica quando prese il potere. Poi, si è convertito in un dittatore".
Secondo Vargas Llosa alla fine "l'Ucraina vincerà sul gigante russo" e ipotizza che all'interno del Cremlino "nei prossimi giorni un colpo di Stato" possa deporre Putin. Per quanto riguarda il ruolo dell'Unione Europea, il Premio Nobel afferma che l'istituzione "avrebbe dovuto approfittare del momento caotico che visse la Russia dopo la caduta del comunismo... Avrebbe dovuto partecipare in modo più attivo alla democratizzazione della Russia, e forse non avremmo passato momenti così gravi e delicati per la pace nel mondo come questi".
Alla domanda "Putin perderà?", la risposta: "Putin si è sbagliato. Non pensava che l'Europa avrebbe avuto una risposta così ferma e unita, che gli Stati Uniti avrebbero risposto appoggiando l'Ucraina, anche con armi e munizioni. Putin viveva in un mondo di pura fantasia e ora che si è svegliato corre il rischio che ci sia un colpo di Stato o che chi governa con lui al Cremlino gli imponga una soluzione molto diversa da ciò che sperava".