A tre mesi dall’entrata in vigore del decreto legislativo di attuazione della nuova disciplina dell’assegno unico, sul fronte legislativo tutto tace, la politica non si assume le sue responsabilità ignorando proposte di modifica della norma, che al momento ha depennato per i residenti all’estero le spettanze in materia fiscale e le prestazioni familiari a loro riconosciute dalla normativa e dalla legge speciale, con un atto illegittimo che, a breve, sarà oggetto di ricorso amministrativo» afferma Massimo Battaglia, Segretario Generale della Confsal-UNSA, il sindacato più rappresentativo nel Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionali.
«Ricordo che l’entrata in vigore del Dlgs 230 del 2021, in attuazione della legge delega in materia di “assegno unico” ha creato un vuoto legislativo, poiché non ha disciplinato la fattispecie dei residenti all’estero, cittadini italiani e cittadini stranieri dipendenti MAECI, titolari delle prestazioni modificate o sospese, poiché non detengono i requisiti per accedere al nuovo “assegno unico”. Piuttosto che prevedere una disposizione ad hoc il legislatore ha ritenuto più comodo dimenticarsi di migliaia di lavoratori e cittadini residenti all’estero, lasciandoli privi di tutele e compromettendo diritti inderogabili. Molti verranno a conoscenza di questo nuovo status quo soltanto nei prossimi giorni, al momento del percepimento dello stipendio di marzo, sul quale le spettanze famigliari, in taluni casi, impattano di 1/3 l’ammontare complessivo della retribuzione» fa presente Battaglia, che prosegue
«Tra le vittime dell’illegittimo vuoto legislativo ci sono gli impiegati a contratto del MAECI di cui all’articolo 152 del dpr18/67 che sono titolari, a seconda della tipologia contrattuale, sia di detrazioni per carichi di famiglia che di assegno al nucleo, prestazioni che sono state cancellate a decorrere dal 1 marzo 2022. In ragione della specificità della disciplina ed il carattere sui generis della loro configurazione contrattuale, sarebbe stato prioritario tutelare la preminenza di una normativa speciale, quale quella afferente alla fruizione delle prestazioni fiscali ai soggetti non residenti, su quella generale».
«Malgrado il Parlamento abbia affrontato questo tema nel parere reso al Governo sullo schema di decreto attuativo lo scorso dicembre, non sono state apportate le correzioni richieste in sede di parere parlamentare».
«La Confsal-UNSA» rende noto il Segretario Generale «ha anche sollecitato il deposito di un emendamento al DL c.d. sostegni-ter prevedendo una deroga all’applicazione della nuova disciplina per il personale a contratto della rete estera del MAECI, ma l’emendamento non è stato accolto».
«È verosimile che la situazione precipiti a breve, non appena i nostri lavoratori prenderanno consapevolezza del depennamento delle spettanze e tale frustrazione andrà amplificandosi in quei Paesi dove gli stipendi non sono stati oggetto di riadeguamento e dunque risultano gravemente bassi».
«Considerate queste premesse» dichiara Battaglia «in assenza delle dovute responsabilità della politica e di concrete e percorribili proposte di rettifica di una deplorevole norma da parte del Governo e dell’Amministrazione, ci troveremo costretti a proclamare lo stato di agitazione ed adire le vie legali per ribadire la preminenza dei diritti dei nostri lavoratori ancora sacrificati in nome del risparmio e della sciatteria amministrativa».
«In una stagione come quella in atto, in cui il sacrificio dei nostri lavoratori è riuscito a colmare la penuria di personale e la disattenzione dell’amministrazione nelle nostre sedi oltre confine, lo Stato dovrebbe salvaguardare in maniera inderogabile i diritti acquisiti dai cittadini e dai lavoratori e la sacrosanta tutela del legittimo affidamento».