Washington e Mosca non sono mai state così distanti dai tempi della “guerra fredda”. Il conflitto in Ucraina rischia di minare seriamente i rapporti tra Russia e Stati Uniti, diventati a dir poco tesi dopo le parole di fuoco pronunciate da Joe Biden all’indirizzo di Vladimir Purin, etichettato come un “criminale di guerra.
È di ieri, infatti, la notizia che il ministero degli Esteri russo Sergei Lavrov, ha convocato l'ambasciatore statunitense John Sullivan per consegnargli una lettera di protesta proprio in merito alle dichiarazioni dell’inquilino della Casa Bianca sul conto del leader russo definito anche un "dittatore assassino" ed "un puro delinquente”.
Parole che il Cremlino ha rispedito al mittente ritenendole “inaccettabili” e che per Lavrov avrebbero spinto i rapporti bilaterali tra Usa e Russia sull'orlo del collasso. “Sullivan - ha fatto sapere Lavrov - è stato "avvertito che le azioni ostili intraprese contro la Russia incontreranno una decisa e ferma opposizione".
Mosca ha anche chiesto a Washington "garanzie" che l'ambasciata e i consolati russi negli States "funzioneranno in maniera fluida" dopo che le reciproche espulsioni hanno ridotto drasticamente la presenza diplomatica in entrambi i Paesi. Morale della favola: le relazioni diplomatiche tra Washington e Mosca, come sostengono fonti stesse del governo russo citate dalle agenzie russe, sarebbero letteralmente "sull'orla della rottura",