di Domenico Letizia
A differenza di quanto ribadiscono molti analisti geopolitici filo-Vladimir Putin che provano, con assurde tesi anti-Nato e antiamericane, a unire il mondo della sinistra extraparlamentare nel solidarizzare con Putin per contrastare l'Occidente, gli Usa e la Nato, nessuno sembra aver dato davvero ascolto alla dissidenza di estrema sinistra in Russia e alle organizzazioni operaie dell'Ucraina. In una recente intervista, diffusa dalla Liga Internacional de los Trabajadores di ispirazione trotskista, Yuri Petrovich Samoilov, presidente del sindacato indipendente dei minatori di Krivoy Rog, una regione della Dnipropetrovsk in Ucraina, invita alla resistenza e alla rivolta contro l'esercito di Putin e l'occupazione russa.
Il presidente del sindacato ucraino ribadisce che Putin "vuole il controllo economico e politico sui Paesi che considera nella sua sfera di influenza". Molte organizzazioni della sinistra extraparlamentare ucraina sono concordi nell'affermare che i lavoratori ucraini devono partecipare attivamente al conflitto per difendere il territorio e lottare per l'indipendenza del Paese contro il "nuovo imperialismo russo". Inoltre, le sedi dei principali sindaci dei lavoratori ucraini stanno accogliendo rifugiati in fuga dalla guerra e numerosi attivisti sindacali sono divenuti esponenti delle Brigate di Difesa ucraine che collaborano attivamente con le Forze Armate dell'Ucraina.
"I sindacalisti locali partecipano principalmente come volontari a supporto delle attività dell'esercito e del popolo ucraino. L'esistenza di contatti internazionali ci permette di individuare rapidamente a chi dei nostri compagni è capitata una disgrazia o qualche tipo di problema e collettivamente cerchiamo i modi per risolvere definitivamente o far fronte temporaneamente a queste necessità. Inoltre, chiediamo l'invio di forze di aviazione e di armi all'Europa" dichiara ancora Yuri Petrovich Samoilov.
Una rivolta all'autoritarismo di Putin che trova molte sinergie anche nelle organizzazioni della sinistra alternativa e della "New Left" in Russia. L'attivista e intellettuale dissidente Boris Jul'evič Kagarlickij, membro dell'esecutivo del Partito Socialista russo, cofondatore del Partito del Lavoro e consigliere della Federazione dei sindacati indipendenti della Russia, ha confermato la necessità di continuare a valorizzare la dissidenza contro le politiche di Putin. Nel descrivere le quotidiane manifestazioni dei cittadini russi contro le autorità di Mosca, Boris Jul'evič Kagarlickij ha ricordato che le manifestazioni sono piene di militanti di sinistra e di liberali: "I manifestanti vengono arrestati in massa. A dimostrazione di come gli spazi di democrazia verranno ulteriormente ristretti a causa della guerra. Ma la notizia positiva è che la risposta dell'opposizione si sta radicalizzando in modo inedito rispetto al passato. Un grande protagonista di queste lotte è il movimento studentesco che si sta organizzando nelle università russe. Un fatto inedito nella nostra storia e ricordo che ci sono tantissimi sindacalisti russi ostili alla guerra per le conseguenze che tale conflitto avrà sulla perdita dei posti di lavoro", dichiara l'intellettuale della New Left russa.
La dissidenza russa ricorda alla stampa e alla politica occidentale il dovere di solidarizzare con quelle formazioni che, in Russia e nel resto del mondo, si stanno mobilitando in queste settimane contro l'aggressione dell'esercito russo all'Ucraina, con migliaia di arresti e persecuzioni ai danni degli stessi cittadini russi, i quali non condividono le criminali azioni di guerra di Putin.