Se per ridurre il rischio di un'escalation militare in Ucraina, l'Unione Europea, gli Stati Uniti d'America e altre grandi nazioni hanno deciso di evitare lo scontro armato diretto, limitandosi a fornire armi all'aggredito, sul piano economico, gli europei hanno risposto in modo meno coerente, perché, in parallelo con le sanzioni, avrebbero dovuto, e ben potuto, almeno sul piano delle possibilità di attuazione, fermare le importazioni del gas russo (per circa un miliardo di euro al giorno).
Non sembra, infatti, più che illogico, immorale continuare a fornire alla Russia un miliardo di euro al giorno, solo perché vogliamo continuare a vivere come prima, quando gli ucraini continuano a morire?
Non sarebbe più coerente attuare un sano razionamento delle forniture di gas (tra l'altro siamo quasi in aprile con un bisogno residuo di riscaldamento delle nostre case modesto) anche per dimostrare che nel momento del bisogno la solidarietà impone a tutti di fare la propria parte?
Non dovremmo esprimere la nostra partecipazione ai dolori, alle privazioni e ai lutti del popolo ucraino attraverso la rinuncia a un po' di riscaldamento, prima che il nostro governo auspicabilmente blocchi le importazioni di gas dalla Russia magari indossando un maglione in più, ben sapendo che i valori eretti a fondamento della cittadinanza universale si difendono non solo con pensieri e parole ma soprattutto nei fatti?