di Stefano Ghionni
Filo diretto Kiev-Roma. Il governo ucraino "apprezza la volontà dell'Italia di unirsi alla creazione di un sistema di garanzie di sicurezza per l'Ucraina": lo ha scritto, ieri, su Twitter il presidente Volodymyr Zelensky, riferendosi al colloquio telefonico avuto con il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi. I due si sono parlati ieri, direttamente, alla vigilia del nuovo round delle trattative tra le delegazioni di Mosca e Kiev, attese oggi e domani a Istanbul in Turchia (potrebbero iniziare alle 10 locali, le 9 da noi).
A tal proposito, Zelensky ha reso noto di volere “la pace senza indugio” e che per questo è anche pronto “ad accettare lo status di neutralità dell'Ucraina come parte di un accordo di pace con la Russia”. Basterà a fermare l’invasione delle truppe di Putin? E soprattutto: se ne discuterà nel corso della due giorni sul Bosforo?
Tornando al colloquio telefonico tra Mario Draghi e il presidente ucraino, così come ha riferito Palazzo Chigi, i due hanno parlato a lungo degli ultimi sviluppi della guerra e delle tragiche cifre della crisi umanitaria in atto nel Paese sconvolto dal conflitto. Dal canto suo, il leader del governo di Kiev ha spiegato di aver "ringraziato" l'ex numero uno della Bce per "l'importante aiuto umanitario e per le attrezzature di difesa forniti” al suo Paese impegnato nella guerra contro la Russia, sottolineando che "il popolo ucraino lo ricorderà".
Per quanto concerne il premier italiano, Draghi, nel ribadire il proprio sostegno alla causa ucraina, ha anche sottolineato come il Belpaese sia fermamente impegnato nel cercare una soluzione "durevole" dello scontro militare e che si stia muovendo in questo senso all'interno della comunità internazionale. Tra l'altro è proprio di queste ore la notizia che il nostro Paese potrebbe anche candidarsi tra i possibili garanti per favorire (e ospitare) la ripresa dei negoziati tra Russia e Ucraina, così da porre fine alle ostilità.
In ogni caso, nel corso della telefonata, Zelensky ha anche denunciato a Draghi che le truppe russe starebbero continuando a bloccare i corridoi umanitari e a bombardare e ad assediare le città, comprese le scuole, con conseguenti perdite civili, tra cui anche bambini. Non è la prima volta, comunque, che Draghi e Zelensky si sentono al telefono. Già a fine febbraio il presidente del Consiglio aveva sentito il premier ucraino. Era accaduto quando Draghi aveva sostenuto l'estromissione della Russia dal sistema SWIFT spalleggiando la fornitura di assistenza di difesa all'Ucraina.