Guerra in Ucraina: la pace è più vicina? Giungono spiragli, in tal senso, da Istanbul dove ieri le delegazioni di Mosca e Kiev si sono incontrate per l’ennesimo round negoziale dopo 34 giorni di feroce conflitto. I rappresentanti dei due Paesi, a quanto pare, avrebbero trovato una prima bozza d’intesa su alcuni punti. In primis lo stato di neutralità messo nero su bianco dagli ucraini e posto come base per un eventuale accordo. L’incontro, che proseguirà anche oggi, è durato poco più di tre ore. Al tavolo, per i russi, c’era anche l'oligarca Abramovich, tornato a farsi vivo dopo il sospetto tentativo di avvelenamento in cui è incappato.
Come detto, la delegazione di Kiev ha presentato le sue proposte scritte insistendo sul tasto della neutralità in cambio di “garanzie di sicurezza”. Neutralità, è stato fatto notare, che presupporrà l’assenza di basi militari straniere sul proprio territorio. Mosca, dal canto suo, ha annunciato la riduzione radicale dell’attività militare nelle piazzeforti di Kiev e Chernihiv. Sullo sfondo resta il nodo del Donbass conteso, la cui sorte, unitamente a quella del raggiungimento dell’intesa tra le parti in causa (e di cui garanti dovrebbero essere Italia, Regno Unito, Cina, Polonia, Stati Uniti, Francia, Turchia, Germania, Canada e Israele), potrebbe anche passare attraverso un referendum. Sullo status della Crimea, invece, si deciderà entro 15 anni.
Secondo il capo-delegazione ucraino Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Zelensky, adesso “ci sono le condizioni per un vertice Putin-Zelensky”. “Solo ad accordo chiuso” ha replicato il suo omologo russo Vladimir Medinskij. Per il ministro degli Affari Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu: “i problemi più complicati saranno affrontati in un incontro tra i due ministri degli Esteri” di Russia e Ucraina.