Si sa, Giuseppe Conte non ama particolarmente Mario Draghi, colui che ne ha preso il posto come primo ministro. I rapporti tra i due non sono mai stati idilliaci e uno dei ‘sogni’ del leader del MoVimento 5 Stelle è di tornare quanto prima al voto. Il che significherebbe la caduta dell’esecutivo. Ma tra pandemia e guerra, non è questo il momento per arrivare addirittura a questo.
Fatto sta che in questi ultimi giorni è tanta la tensione all’interno della maggioranza di governo in merito al Dl Ucraina e sulla questione dell’incremento del 2% del Pil entro il 2024 per le spese militari che proprio non piace a Conte. Martedì i due si sono incontrati in un vertice teso e l'ex premier ha rimarcato che il M5S non farà passi indietro e che non lo seguirà in merito a questa vicenda, facendogli presente che è impensabile non fare uno scostamento di bilancio per le famiglie in difficoltà facendolo invece per le armi (ma non sono previsti ulteriori scostamenti).
Insomma, il governo trema, anche perché proprio oggi si vota in Aula su questo oramai famoso 2%. Questo, in sintesi, il pensiero del M5S: “Il 2% non può essere considerato un dogma indiscutibile a cui inchiodare le nostre scelte di spesa pubblica in un momento in cui le priorità sono altre”. Cosa succederà oggi? La sensazione è che comunque i grillini voteranno la fiducia che Draghi vuole mettere sul Dl. Ma di certo la frizione è palpabile e comunque la posizione di Conte è malvista dalla maggioranza.
A partire da Forza Italia, come ha fatto capire Antonio Tajani, coordinatore nazionale del partito azzurro: “Ho confermato a Draghi che avrà il nostro sostegno sull'aumento delle spese della difesa. Siamo assolutamente convinti che lo strumento militare sia indispensabile per garantire l'indipendenza e la sicurezza del nostro Paese”. Poi una stilettata a Conte: “È inaccettabile mettere a repentaglio la tenuta e la stabilità del governo in una situazione economica e sociale così complicata”.
Durissimo Matteo Renzi, leader di Italia viva: “Conte ha aumentato le spese militari più di quanto abbia fatto io quando ha fatto il premier. Conte ha promesso di portare al 2% la spesa militare. Oggi ha cambiato idea non soltanto per mettere in difficoltà Draghi ma anche e soprattutto perché deve inseguire i sondaggi”. Anche Enrico Letta, segretario del Pd, è esterrefatto da quanto sta accadendo: “L'Italia lascerebbe sbigottito il mondo intero se si aprisse ora una crisi di governo”.