Sono tempi grami e tristi da quando le forze armate russe hanno invaso l'Ucraina mettendo a soqquadro la stabilità sociale, economica e militare dell'Europa occidentale. La guerra che si protrae da oltre un mese ha già causato migliaia di morti costringendo, ad oggi, oltre 4 milioni di profughi – donne, bambini ed anziani - a lasciare il proprio Paese per rifugiarsi nei paesi di frontiera confinanti con il loro.
A differenza del recente passato questa guerra ha effetti diretti sulla quotidianità di molti paesi europei riportando nella vita delle persone lo spettro bellico e la paura. L'Europa occidentale da oltre 70 anni ha vissuto un lungo periodo di pace, che ha contribuito a consolidare le democrazie e a fare vivere i propri cittadini nella più ampia libertà.
Ai disagi prodotti negli ultimi anni dalle restrizioni sanitarie si stanno aggiungendo, oggi, gli effetti inflazionistici causati dai prezzi delle materie prime, che contribuiscono ad acuire l'esistente divario sociale favorendo la diffusione della povertà e il ritorno alle grandi diseguaglianze.
In questa diffusa e surreale instabilità sono coinvolti anche i cittadini italiani all'estero ai quali guarda con interesse il Consiglio Generale degli Italiani all'Estero, il quale in risposta all'emergenza bellica ha chiamato a raccolta le nostre Comunità residenti nei 5 continenti dialogando su vasta scala con i Comites, con le Associazioni italiane, Enti e Organizzazioni e con numerosi volontari, in particolare quelli presenti nei Paesi di frontiera con la Russia e l'Ucraina, per acquisire informazioni dirette sulle iniziative di primo soccorso poste in essere in aiuto ai rifugiati e ai nostri connazionali in fuga dagli scenari bellici, con l'obiettivo di incoraggiarli a coordinarsi per organizzare iniziative e aiuti mirati.
Nelle consultazioni che si sono svolte tra il CGIE e le organizzazioni italiane all'estero, comprese le missioni cattoliche, è emerso un diffuso entusiasmo solidaristico e la disponibilità a coordinarsi con i nostri connazionali per soccorrere ed ospitare i rifugiati e inserirli provvisoriamente nelle società di accoglienza.
L'impegno assunto passa attraverso una convergenza di intenti che prevedono:
- L'istituzione temporanea di un ufficio dedicato nella direzione per le politiche migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, diverso dall'Unità di crisi, a cui i Comites e le Associazioni italiane all'estero possano rivolgersi per veicolare eventuali aiuti materiali e sanitari e per l'ospitalità. Questo ufficio, situato all'interno della direzione DGIT, fungerà da coordinamento con i Comites presenti nell'area bellica per assistere anche i nostri connazionali coinvolti dalle sanzioni, ad es. i pensionati residenti in Russia, i nuovi disoccupati, i bisognosi di assistenza sanitaria ecc. Il recapito di posta elettronica per mettersi in contatto con l'Ufficio è il seguente: ufficio.01@esteri.it;
- La promozione di giornate delle porte aperte per tutti i Comites e le Associazioni italiane all'estero per incontri locali propedeutici nel breve e medio termine a avviare iniziative a favore dei rifugiati e degli italiani coinvolti nei Paesi di frontiera con la Russia e l'Ucraina;
- L'istituzione di un fondo straordinario da realizzare con diversi Ministeri per permettere ai Comites, alle Associazioni e ai Consolati italiani di agire in rappresentanza dell'Italia nei vari paesi di frontiera per i primi soccorsi ai rifugiati;
- L'organizzazione di eventi con artisti italiani e locali per la raccolta fondi da destinare ad aiuti assistenziali e materiali.
Come già successo più volte nel passato la Comunità degli italiani all'estero non sta facendo mancare il proprio sostegno e continuerà a farlo nei modi e nei tempi richiesti purché si arrivi finalmente a ripristinare la pace.
Segretario generale Cgie