Via libera del Consiglio dei ministri alla data per le amministrative e per i referendum sulla giustizia. Ci sarà un election day, il 12 giugno, in cui i cittadini saranno chiamati a pronunciarsi anche sui quesiti referendari, i cinque sulla giustizia che hanno ottenuto il disco verde da parte della Consulta.
Il secondo turno delle amministrative si terrà invece il 26 giugno.
A dare conferma della decisione è sui social il capogruppo del Pd in Commissione Affari costituzionali, Stefano Ceccanti. A stretto giro arriva il plauso di Matteo Salvini: "Bene, è stata accolta la proposta della Lega che consentirà un risparmio di 200 milioni agli italiani".
Il Partito Radicale, promotore insieme alla Lega dei referendum sulla giustizia, critica la data decisa dal governo per la loro celebrazione unita al silenzio su di essi da parte della Rai, e minaccia di boicottarli. Lo annunciano in una nota Maurizio Turco e Irene Testa, segretario e tesoriere del Partito Radicale. " La tv pubblica continua a negare ai cittadini il diritto di conoscere attraverso i dibattiti tra dirigenti politici e continua a condizionarli attraverso i talk con opinionisti a pagamento". "In queste condizioni - proseguono - di pervicace negazione da parte del servizio pubblico di garantire ai cittadini di conoscere e ai promotori di essere conosciuti, si è deciso per una tornata elettorale e referendaria tra il 12 e il 26 giugno. Questo equivale a boicottare la partecipazione popolare, a delegittimare ulteriormente la politica, a boicottare i referendum. Se questo è l'obiettivo lo si può considerare sin d'ora raggiunto".
"Noi non ci stiamo - si legge ancora nella nota - ad avallare questo scempio mentre si poteva legittimamente rimandare il voto amministrativo e referendario a metà ottobre. Avendo così anche il tempo per richiamare la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo a non avere unicamente la premura di fare concorrenza ai privati, che operano sul mercato, ma di garantire quel servizio pubblico che è supportato dalle risorse pubbliche. Il contesto informativo nel quale ci troviamo è dato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo che il 31 agosto ha condannato con sentenza definitiva la Repubblica italiana per uno dei tanti episodi che ha visto l'esclusione della Lista Marco Pannella dalla vita mediatico politica. Sentenza che chiama in causa la Rai, ma anche l'Agcom vecchia gestione, ed anche la giustizia. La convention ad escludendum dalla vita pubblica - affermano ancora Turco e Testa - dei soli esponenti del Partito Radicale e della Lista Pannella è un vulnus costituzionale che attraversa la storia della Repubblica. Un vulnus che abbiamo previsto, denunciato e al quale continuiamo a opporre la resistenza di cui siamo capaci. Se non vi saranno da subito e fino al voto dibattiti in orari e nei tg di massimo ascolto sarà doveroso da parte nostra prendere in considerazione di boicottare quella che ad oggi si presenta come una farsa referendaria", concludono Turco e Testa.