DI ALESSANDRO CAMILLI
L’ultima rilevazione sull’andamento dell’inflazione in Italia dice: 6,7% per cento. In Germania è già al 7%. Inflazione, cioè più denaro necessario per comprare merci e servizi di cui è aumentato il prezzo. Prezzi in aumento massiccio di materie prime, prezzi in aumento violento di gas e petrolio, prezzi in aumento grande di prodotti base dell’agricoltura, prezzi in aumento in ogni luogo della distribuzione e del commercio (non di rado ce chi ne approfitta). Quindi redditi fissi (stipendi e pensioni) che hanno minore potere d’acquisto, che valgono meno. Quindi inflazione che erode alla base gli equilibri socio-politici. Quindi inflazione che, se non fermata, costituisce il fronte interno.
Quel che è provato è che rincorrerla non si può: corre sempre più veloce di quanto tenterà di fare il reddito fisso alla suo inseguimento. Alla lunga anche chi all’inizio l’inflazione la cavalca (e la amplifica) , cioè il lavoro autonomo che fa il prezzo della transazione o prestazione professionale, ne viene a soffrire perché i consumi rallentano se non decadono. Fermarla l’inflazione richiede qualcosa di assai diverso da sussidi e rincorse salariali. Richiede di cambiare la composizione del prezzo. E come si fa?
Il gas russo arriverà ancora per poco nella misura in cui arrivava finora (il 40% dei nostri consumi di gas). Forse addirittura arriverà presto un blocco delle forniture deciso da Mosca (un suicidio anche per la loro economia ma Putin…). Di sicuro nel prossimo futuro l’Italia e la Ue non potranno comprare solo in Russia e contare sul gas russo come fosse merce libera. Il gas che costava 17 euro ad unità di misura e che ora se costa 100 euro a unità di misura è un sollievo o quasi perché molti giorni costa di più. Senza il gas russo l’Italia può? Potrebbe. Potrebbe o quasi. Ma non l‘Italia No Triv: il gas in Adriatico non lo possiamo né estrarre né trasportare. L’ambientalismo ce lo vieta. Un metro più in là dal confine in mare la Croazia trivella, qualunque sia l’eventuale danno ai fondali comunque si verifica, ma l’Italia tiene alta la bandiera no trivelle.
Non solo No Triv, di certo l’Italia è fieramente No Nuke, non pronunciate la parola nucleare in Italia. No carbone ovviamente. E allora energie alternative? Delle richieste di autorizzazione per impianti fotovoltaici il 90 per cento è ancora allo stato cartaceo, il tempo medio di attesa, di anticamera prima di avere un sì o un no, è di 5,4 anni (anni!). Solo per avere una risposta. Quando rispondono su pale eoliche e pannelli solari, Regioni e Ministero della Cultura nove su dieci rispondono con un no. Quindi? Quindi non ci si nega nulla per favorire una composizione del prezzo del gas la più onerosa possibile. Sulla maxi inflazione il sistema socio politico italiano ci mette del suo.