Malgrado Livingstone si fosse fortemente impegnato per tutta la vita a favore dell’abolizione della schiavitù nera, avrebbe—secondo un’indagine delle autorità cittadine—commesso il crimine morale e razzista di avere lavorato a partire dall’età di dieci anni—come si usava a quei tempi—in un cotonificio che tesseva cotone “probabilmente” raccolto da schiavi nelle Indie Occidentali. La giovane età non sarebbe una scusante: il ragazzo avrebbe dovuto “interrogare” il suo datore di lavoro riguardo alla fonte della fibra lavorata...
Alla notizia è stato dato ampio rilievo sulla stampa conservatrice britannica, mentre è passata sotto un silenzio totale e imbarazzato su quella “progressista”, altro segno di come la buriana iconoclasta stia finalmente passando in Gran Bretagna. La situazione è simile negli Stati Uniti, dove si è arrivati a voler “cancellare”, oltre a Cristoforo Colombo, anche Abramo Lincoln, il Presidente che liberò gli schiavi. Secondo i woke, il suo fu un gesto di sdegno, irrispettoso nei confronti degli afroamericani, perfettamente capaci di liberarsi da soli...
Tutto questo “oscuro illuminismo” è ora in precipitoso declino, a causa dell’improvvisa confluenza di più elementi. Il primo, semplicemente, è che non ‘rende’ più, si è troppo sputtanato, come nel caso di Black Lives Matter, dopo che l’organizzazione non è riuscita a spiegare che fine hanno fatto donazioni e finanziamenti per $60 milioni, e le cui pressioni per “togliere la polizia dalle strade” hanno dato frutti prevedibili: un disastroso crollo dell’ordine pubblico. Poi c’è l’impossibile groviglio della “gender politics” e il tentativo di spiegare al pubblico perché sia giusto che un atleta “trans” con la muscolatura maschile possa gareggiare come donna, vincendo trofei che andrebbero—secondo i più—alle “donne-donne”...
Il woke non rende più neanche dal punto di vista politico. Dopo l’elezione dell’esecrabile Trump, uno choc terribile per il Partito Democratico, i Dem hanno iniziato a flirtare con il wokeismo—come anche con il socialismo a stelle e strisce di Bernie Sanders—in un primo momento guadagnando terreno quanto bastava per portare alla Presidenza il debole Joe Biden—un Presidente che ‘presiede’ ma visibilmente non ‘comanda’, i cui consiglieri non chiedono neanche scusa prima di smentire le parole sbagliate da lui pronunciate. Così, i Democratici si preparano ad affrontare le elezioni di “mid-term”— cioè, di metà mandato—senza un leader credibile, con i dati dei sondaggi in picchiata e la popolazione in subbuglio per gli strascichi della pandemia COVID, per l’Ucraina, per l’inflazione, per il prezzo della benzina e perfino per l’irritante e confusa imposizione di nuovi pronomi. Nelle circostanze, dichiararsi vegano e di genere indefinito servirebbe qualcosa al Partito Democratico?