DI MATTEO FORCINITI
È tutto pronto per la grande giornata di oggi con “La festa che ci unisce, Calabria celebra Italia”, un appuntamento fondamentale per la collettività italiana dell’Uruguay che torna a riunirsi dopo la pandemia. Cultura e gastronomia saranno i due principali ingredienti della celebrazione in strada che punta sull’aspetto unitario e partecipativo: rappresenta una straordinaria occasione per ripartire dopo le difficoltà degli ultimi due anni e una crisi che sembra irreversibile.
Organizzato dall’Associazione Calabrese dell’Uruguay, l’evento è appoggiato da Gente d’Italia e si avvale del patrocinio dell’Ambasciata italiana, dell’Istituto Italiano di Cultura, del Dipartimento di Cultura della Intendencia di Montevideo e del Municipio B. Bisogna sottolineare che è un evento totalmente autofinanziato frutto del sacrificio e dell’impegno di un gruppo di persone che sono intervenute dove gli altri -istituzioni e rappresentanti- hanno fallito.
Lo scenario della festa sarà la calle José Enrique Rodó all’angolo con Juan D. Jackson, la via che ospita la sede dei calabresi e che sarà chiusa al traffico per l’occasione. Diversi gli stand previsti con la partecipazione di oltre una decina di associazioni che faranno da contorno a un palcoscenico dove si esibiranno gruppi di danza e musica insieme a una parte oratoria. La sede calabrese, inoltre, sarà preparata in modo speciale per ricevere i visitatori.
Si tratta della seconda edizione di una festa che aveva ottenuto un successo straordinario al suo esordio: l’8 marzo del 2020, pochi giorni prima dell’arrivo del coronavirus in Uruguay, si riuscì ad organizzare quasi miracolosamente la più grande festa italiana degli ultimi anni per una manifestazione che era del tutto unica nella storia della collettività.
Sono tredici le associazioni regionali che parteciperanno oggi all’iniziativa, tra cui: Comitato delle Associazioni Venete in Uruguay (Cavu), Associazione Emiliano Romagnoli Emigrati in Uruguay (Aereu), Federazione Lucana dell’Uruguay, Associazione Vietrese, Collettività Satrianese San Rocco, Associazione Lauria, Circolo Lucano, Fratellanza Italiana, Circolo Trentino di Montevideo, Figli della Toscana e Aercu (Associazione Emigrati Regione Campania in Uruguay). Oltre agli organizzatori della Calabrese uruguaiana, ci sarà anche la partecipazione speciale del gruppo Calabrese di Buenos Aires.
Molto nutrito sarà il programma sul palcoscenico dove si esibiranno: Coro Gioia, Coro Voci e Pensieri di Efasce, Gruppo di danza della Calabrese di Buenos Aires, l’orchestra e il coro del centro culturale Vissi d’Arte, il duo Cono Vallone e Giovanni Balbi, il duo Enrique Gomez e Gabriela Richieri, il gruppo di danza Stelle Campane di Aercu e il tenore Miguel Angel Menchaca.
“Abbiamo tutto pronto, restano da sistemare solo pochissimi dettagli che vedremo all’ultimo momento” afferma Nicolas Nocito, consultore presso la Regione Calabria e grande artefice di una festa che definisce come un sogno che si realizza. “L’idea è nata alcuni anni fa vedendo cosa si faceva a Buenos Aires. Ho pensato subito che potevamo replicare l’esperienza qui visto l’alto numero di italiani e così è stato grazie al contributo di tutti, sia la nostra che le altre associazioni. Questo è un sogno che si realizza e speriamo di ripetere il successo ottenuto nel 2020, i presupposti ci sono tutti, siamo molto ottimisti”. “In queste ultime settimane” -prosegue- “il lavoro per l’organizzazione è stato intenso. Abbiamo fatto di tutto per diffondere l’appuntamento anche grazie all’importante aiuto di Gente d’Italia e dell’Ambasciata. Da parte nostra, alla luce dell’esperienza passata, abbiamo cercato di migliorarci sul cibo puntando su più quantità e più varietà. L’altra novità è che siamo riusciti ad aggiungere altre associazioni tra i partecipanti e questo è un aspetto fondamentale dato che lo spirito della festa è proprio quello di unire tutta la collettività al di là delle nostre differenze. Insomma, siamo pronti e invitiamo la gente a partecipare in questa giornata speciale dove vogliamo mostrare tutta l’Italia in Uruguay attraverso la cultura, la gastronomia e le associazioni”.
Come spiega Nocito, “La Festa che ci unisce” potrà diventare un evento fisso per la comunità italiana per ritrovarsi una volta all’anno: “Questa era la nostra idea iniziale nel 2020 e ne siamo conviti ancora oggi. Allora eravamo molto entusiasti ma poi è scoppiata la pandemia che ha stravolto tutti i nostri piani che abbiamo dovuto rimandare. Per fortuna adesso possiamo ritornare, la gente ha tanta voglia di tornare a vedersi dopo tanto tempo e questo ci riempie di soddisfazione. Sarà una grande opportunità per riprendere la vita normale”.