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La battaglia per il Donbass è ormai cominciata. Mosca concentra le proprie truppe ad est per sferrare una grande offensiva, mentre continua senza sosta il brutale assedio di Mariupol che ormai conta oltre 10mila morti e oltre 30mila deportati e dove i russi, secondo il Battaglione Azov, avrebbero usato armi chimiche. Si é iniziata "una nuova fase di terrore", ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel consueto videomessaggio notturno, manifestando grande preoccupazione per il possibile uso di armi chimiche da parte delle forze di occupazione. Nella notte le sirene sono tornate a suonare nelle regioni di Kiev, Kharkiv, Mykolaiv, Zaporizhia e Dnipropetrovsk, mentre nell'oblast' di Luhansk sono continuati senza sosta i bombardamenti. Sul fronte diplomatico, la tensione resta alta. Per il presidente russo Vladimir Putin lo scontro con Kiev era "inevitabile". Ma assicura che "il nobile obiettivo di proteggere il Donbass sarà raggiunto". Oggi il capo del Cremlino incontrerà il suo storico alleato Aleksandr Lukashenko.

Putin: "Scontro con Kiev inevitabile. Obbiettivo nel Donbass sarà raggiunto". Nel cosmodromo di Vostochny per l'incontro con Lukashenko, il capo del Cremlino ha definito lo scontro militare con Kiev "inevitabile". Bisognava solo capire quando sarebbe iniziato. L'Ucraina - denuncia il presidente russo - "ha iniziato a trasformarsi in una entità anti-russa per far crescere qui la pianta del nazionalismo". "Non potevamo tollerare il genocidio nel Donbass". Il leader russo ha poi assicurato che "il nobile obiettivo di proteggere il Donbass sarà raggiunto. Non ci sono dubbi". Qui "aiutiamo le persone, salvaiamo le persone, da una parte, e dall'altra stiamo lavorando per assicurare la sicurezza della Russia". Mosca - ha poi aggiunto - "è pronta a cooperare con tutti i partner che lo desiderano" e "non ha intenzione di chiudersi. È totalmente impossibile isolare rigorosamente qualcuno e completamente impossibile isolare un Paese così grande come la Russia".

L'offensiva nel Donbass. Mosca continua a rafforzare la propria presenza, terrestre e aerea, nell'Ucraina orientale. Mentre risuonano le sirene nelle regioni di Kharkiv, Mykolaiv, Zaporizhia, Dnipropetrovsk e Kiev, nuovi bombardamenti sono stati registrati nell'oblast' di Luhansk. Prosegue inoltre il brutale assedio di Mariupol. L'obiettivo di Mosca - si legge nel bollettino giornaliero dello Stato maggiore ucraino - è prendere il controllo della città portuale, per poi prendere Popasna e procedere verso Kurakhove, per raggiungere così i confini amministrativi del Donetsk. A sud, invece, nella regione di Mykolaiv, le autorità militari ucraine sostengono che i russi si fingono civili da evacuare per attaccarli. Lo riporta Ukainska Pravda

Prosegue l'assedio di Mariupol. Usate di armi chimiche. Dopo che ieri i separatisti filorussi hanno rivendicato la la conquista del porto della città, Mariupol sembra sempre più prossima alla caduta. Ma la resistenza ucraina non cede, un ultimo bastione resiste nell'acciaieria di Azovstal. Proprio qui, gli ucraini accusano i russi di aver usato armi chimiche. Un drone avrebbe rilasciato sostanze tossiche sull'acciaieria per snidare gli ultimi difensori della città. Sono in corso indagini per verificare l'uso di armi al fosforo bianco, vietate dalla Convenzione di Ginevra. Intanto, la Difesa russa dichiara di aver ucciso 50 miliziani "nazionalisti" ucraini e di averne costretti alla resa 42. I militari ucraini, continua ancora la Difesa, avrebbero cercato di fuggire in direzione nord. La Caritas invece denuncia su Twitter la distruzione della sua sede nella città portuale. L'edificio è stato colpito da un carro armato russo. Per ora il bilancio è di 7 vittime, fra queste anche due volontarie.

A Mariupol oltre 10mila morti. 33mila i deportati. Oltre 10mila civili sono morti nella città portuale ucraina di Mariupol. Lo ha detto il sindaco della città Vadym Boychenko all'Associated Press, secondo quanto riportano i media internazionali. Secondo il primo cittadino il bilancio delle vittime potrebbe arrivare a superare i 20mila, in una città da settimane sotto attacco e dove lo scarseggiare di cibo e forniture ha lasciato molti corpi sulle strade. Boychenko ha anche accusato le forze russe di aver bloccato per settimane i convogli umanitari che cercavano di entrare in città.

Zelensky chiede ancora armi. E l'embargo sul petrolio. Giunti ormai al quarantottesimo giorno di guerra, la richiesta ucraina agli Alleati è sempre la stessa: armi, armi e ancora armi. "Chi non ci aiuta - tuona un sempre più spazientito Zelensky - si assume la responsabilità dei morti ucraini". Per il presidente "presto sarà necessario un maggiore supporto militare. Le vite degli ucraini si stanno perdendo, vite che non possono più essere restituite. E questa è anche responsabilità di coloro che ancora conservano nel proprio arsenale le armi di cui l'Ucraina ha bisogno. Responsabilità che rimarrà per sempre nella storia. Se avessimo jet, veicoli corazzati pesanti, artiglieria - aggiunge - saremmo in grado di porre fine a questa guerra". Intervenendo al Parlamento lituano, il presidente ucraino ha poi chiesto un embargo immediato sul petrolio russo. Non adottare sanzioni più severe manderebbe a Putin un messaggio sbagliato. I russi continuano la guerra sapendo "che resteranno impuniti perché l'Europa preferisce continuare il business as usuale".

Cresce il terrore per l'uso sistematico di armi chimiche. Alla luce delle sempre più numerose segnalazioni, cresce la preoccupazione per il ricorso dei russi alle armi chimiche. Secondo quanto riferito dal battaglione Azov, a Mariupol un drone avrebbe lanciato con un drone delle sostanze tossiche sui difensori della città. Tre persone hanno evidenziato "chiari segni di avvelenamento chimico", per nessuno di loro ci sono "gravi conseguenze" per la salute. Zelensky ha ribadito la "preoccupazione per un possibile attacco con armi chimiche nella nuova fase del terrore", senza confermare il loro utilizzo a Mariupol da parte dei russi. Il portavoce delle milizie separatiste filorusse di Donetsk, Eduard Basurin, ha negato. La Difesa britannica da fsapere che Londra sta verificando.

Oggi incontro Putin-Lukashenko. Il presidente russo è arrivato a Blagovenshchensl, nella regione dell'Amur al confine orientale della Federazione russa, per incontrare il suo omologo bielorusso Aleksandr Lukashenko. Lo riporta l'agenzia russa Ria Novosti. I due alleati discuteranno delle "misure per contrastare le sanzioni occidentali" e dello "sviluppo della cooperazione bilaterale". Il colloquio si svolgerà nel cosmodromo di Vostochny, dove oggi viene commemorato l'anniversario della missione spaziale di Jurij Gagarin. Qui, Putin ha annunciato la ripresa del programma di esplorazione lunare. Dopo l'incontro è prevista una conferenza stampa congiunta dei due leader.

Il mondo indaga su crimini di guerra in Ucraina. Secondo la procuratrice generale dell'Ucraina, Iryna Venediktova, al momento sono oltre "5.800 i casi" di crimini di guerra commessi dalla Russia in Ucraina. "Qui stiamo ancora riesumando cadaveri dalle fosse comuni" per quelli che "non sono solo crimini di guerra ma anche crimini contro l'umanità". In videocollegamento con il Parlamento lituano, Zelensky denuncia che "quasi ogni giorno vengono trovate nuove fosse comuni. Si trovano ancora cadaveri nei tombini e negli scantinati. Corpi legati e mutilati. Centinaia di orfani, almeno centinaia di bambini, sono stati denunciati centinaia di stupri, tra cui ragazze minorenni e bambini molto piccoli e persino neonati". Il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Ned Price, ha dichiarato che "se le prove ci diranno che Putin è responsabile di crimini di guerra, sarà perseguito per questo".

Zelensky sottolinea inoltre che "le truppe russe hanno lasciato mine ovunque, nelle case, nelle strade, nelle auto, nelle porte: hanno fatto di tutto per rendere il più pericoloso possibile il ritorno in queste aree, hanno fatto di tutto per uccidere o mutilare il maggior numero possibile della nostra gente quando sono stati costretti a ritirarsi dalla nostra terra". A nord di Kiev sono "centinaia di migliaia gli oggetti pericolosi trovati, soprattutto, mine e proiettili inesplosi".