di Matteo Forciniti
Qualcuno l'ha ribattezzato il nuovo esodo oriental in riferimento a coloro che nel 1811 seguirono l'eroe della patria José Artigas spinti da quel sentimento di indipendenza che era stato tradito. Tra venerdì e martedì quasi 100mila persone hanno già lasciato il paese secondo i dati del ministero dell'Interno ma i numeri dovrebbero considerevolmente aumentare nei prossimi giorni. Dopo due anni di restrizioni imposte dal Covid, l'Uruguay è tornato a vivere pienamente la settimana Santa di Pasqua, un periodo di vacanza vissuto in modo del tutto particolare e all'insegna del viaggio. A partire dallo scorso fine settimana Montevideo ha cominciato progressivamente a svuotarsi fino a diventare una città silenziosa e irriconoscibile. Oltre all'opzione di andare all'estero adesso che le frontiere sono riaperte e con l'Argentina molto economica grazie al cambio, l'opzione assai diffusa in questi giorni è quella di approfittarne per il turismo interno andando alla scoperta delle bellezze del Paisito tra natura, spiagge, terme e relax.
Per capire lo spirito della Pasqua in Uruguay dobbiamo fare un salto indietro nel tempo e risalire al 1919. Al Governo allora c'era José "Pepe" Batlle y Ordóñez, artefice di numerose leggi sui diritti civili per una nazione che allora era all'avanguardia. In questo periodo venne approvata la "Ley de feriados" (giorni festivi), nella quale le principali celebrazioni cristiane cambiarono nome. La semana Santa passò a chiamarsi semana de Turismo e da allora rimase questa definizione. Questa misura faceva parte di in un lungo processo di laicizzazione della Repubblica che portò in poco tempo il piccolo paese sudamericano a sperimentare una delle più riuscite separazioni tra Stato e Chiesa al mondo. Come ci dice la stessa parola "Turismo", la festività cristiana ha un'interpretazione del tutto particolare sulla sponda settentrionale del Río de la Plata dove il carattere religioso è quasi assente. Tutto il paese si riempe di molteplici eventi: feste, spettacoli musicali, eventi culturali, competizioni, caccia, camping e natura. È una festa dalle mille sfaccettature.
"C'è grande movimento in tutto il territorio, tante persone in partenza ma anche tante che entrano" ha affermato il sottosegretario al Turismo Remo Monzeglio aggiungendo: "Le prospettive per il settore sono molto buone, con la fine dell'emergenza sanitaria praticamente tutto si può tornare a fare normalmente e con grande felicità".
Molteplici sono le proposte che in questi giorni offrono i vari dipartimenti dell'Uruguay all'insegna della diversità. La celebrazione più antica è la Semana Criolla del Prado a Montevideo che si organizza dal 1925 e conta con spettacoli equestri, esposizioni artistiche e degustazioni di cibi tra cui l'immancabile asado, ossia la carne alla brace. Quest'ultimo piatto -emblema della gastronomia rioplatense- è abbastanza simbolico e si scontra chiaramente con la tradizione cristiana di non mangiare carne durante i venerdì della Quaresima. È anche vero però che tra il giovedì e il venerdì si assiste al maggior consumo di pesce durante l'anno ma questa volta l'offerta rischia seriamente di non bastare in base all'allarme lanciato dalla Cámara de Industrias Pesqueras del Uruguay.
Tornado agli appuntamento più importanti della settimana Santa un'altra celebrazione molto partecipata è la Semana de la Cerveza. A Paysandú, nel nordovest del paese, da cinquantacinque anni c'è una festa speciale dedicata alla birra: la località viene presa d'assalto da tantissimi giovani che vengono a divertirsi e a godersi molteplici concerti di musica, soprattutto rock.
La musica continua ad essere la grande protagonista anche a Treinta y Tres, dipartimento del nordest, con il Festival del Olimar. Nato come un movimento musicale di resistenza alla dittatura nel 1972, con il ritorno della democrazia nel 1985 è diventato il "Festival del Reencuentro a Orillas del Olimar", ossia il rincontro sulle sponde del fiume dove suonano solo artisti nazionali. L'offerta pasquale si conclude con la Vuelta Ciclistica, il famoso giro in bicicletta che in Uruguay ha anche un detto molto popolare secondo il quale l'anno inizia davvero solo quando arriva l'ultimo ciclista. Il riferimento è al fatto che con questa competizione si concludono i lunghi mesi di vacanza estivi.