Gente d'Italia

Addio a Catherine Spaak, simbolo dell’emancipazione femminile

DI MARCO FERRARI

È stata la prima diva di carattere europeo: nata in Francia da famiglia belga, ebbe successo in Italia, dove è scomparsa all'età di 77 anni. Catherine Spaak è deceduta in una clinica romana, in cui era ricoverata da lungo tempo dopo un'emorragia cerebrale subita due anni fa, da cui non si era mai ripresa. La Spaak, star del cinema italiano degli anni '60 e '70 con film come "La voglia matta" e "Il sorpasso" e volto noto della televisione grazie al suo programma storico "Harem", ha rappresentato il desiderio di emancipazione delle donne del vecchio continente. Aveva debuttato con una piccola parte, a soli 14 anni, nel film "Il buco" di Jacques Becker. Ma fu a Roma che trovò la sua consacrazione nel 1960 con "Dolci inganni" di Alberto Lattuada che condizionerà i ruoli successivi, incentrati tutti sullo stereotipo di un'adolescente spregiudicata.

Lo stesso cliché lo ricoprì in molte pellicole che interpretò nella prima metà degli anni '60, come "Diciottenni al sole", il famoso "Il sorpasso", "La noia", "La calda vita", "La parmigiana", "La bugiarda" e "La voglia matta", sul cui set conosce Fabrizio Capucci, che sposerà nel 1963 e dalla cui unione, di breve durata, nacque Sabrina, attrice di teatro. Ebbe quindi un secondo matrimonio con Jonny Dorelli dal 1972 al 1979 da cui nacque il film Gabriele. In totale ha avuto ben cinque mariti. Problematico è stato il rapporto con la figlia Sabrina, attrice di teatro: "Mi tolsero mia figlia, il giudice sosteneva che la madre, cioè io, essendo un'attrice, era di dubbia moralità. Quindi la bambina sarebbe rimasta con la nonna paterna. Hanno distrutto la vita di entrambe" ha sempre sostenuto la Spaak. 

Dei mitici anni Sessanta usava dire: "Venivo dalla Francia, noi giovani eravamo più trasgressivi, all'epoca". Indimenticabile resta la scena del film "La noia" di Damiano Damiani, tratto da Alberto Moravia, in cui compare coperta di banconote. Nel 1964 aveva affiancato Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant nel capolavoro di Dino Risi "Il sorpasso", nel ruolo di Lilly, figlia adolescente con il delizioso completino a strisce che entrò nella storia del costume. L'attrice è pure immortalata in costume nel poster del film. Sempre negli anni Sessanta la Dischi Ricordi la lanciò nel mondo della musica con i primi 45 giri, tra cui "Mi fai paura" (1964), "Quelli della mia età", cover di un brano di Françoise Hardy, "L'esercito del surf" noto anche come "Noi siamo i giovani", che diventano successi da hit parade, grazie anche alla promozione nei varietà televisivi del sabato sera di cui fu spesso ospite.

Nel 1964 ottenne la Targa d'oro ai David di Donatello grazie alla sua costante presenza nei capolavori della commedia all'italiana quali "L'armata Brancaleone", "Adulterio all'italiana", "La matriarca", "Certo, certissimo, anzi... probabile". La Spaak debuttò nel 1967 a Hollywood con "Intrighi al Grand Hotel", per la regia di Richard Quine, ma il film, nonostante un cast di rilievo, non ebbe successo. La sua ultima interpretazione è del 2019 nella pellicola "La vacanza" di Enrico Iannaccone, nel ruolo di una donna in fuga dalla famiglia che incontra un giovane, interpretato da Antonio Folletto. Ancora adesso era dotata di un fascino e di una eleganza che sembrava eterna: la madre era un'attrice, il padre uno sceneggiatore cinematografico e lo zio Paul-Henri ricoprì per più mandati la carica di premier del Belgio. Il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha espresso dolore per la scomparsa di "un'artista poliedrica, colta ed elegante che nel nostro Paese ha trovato una casa che l'ha accolta e amata".

Abbandonato il grande schermo, dal 1985 era passata alla televisione conducendo per tre anni la trasmissione "Forum", con il giudice Santi Licheri. Il massimo successo lo toccò con il suo "Harem", il talk show al femminile andato in onda su Rai 3 dal 1988 al 2002, in cui le donne si raccontavano su divani damascati con dietro le quinte un uomo che ascoltava e alla fine veniva allo scoperto per dire la propria opinione. Come scrittrice ha pubblicato "26 Donne", "Da me", "Un cuore perso" e "Oltre il cielo".

"Il lavoro e l'indipendenza economica sono stati i punti fermi della mia vita e della mia dignità, perché essere donna non era facile in quegli anni" diceva lei, così come non lo è stata la verità dopo l'emorragia cerebrale e l'intensa "resilienza" che ha saputo dimostrare. Nel 2020, a pochi giorni dal lockdown a causa della pandemia, era stata colpita da un'emorragia cerebrale: aveva rischiato di morire, come raccontato in tv nella trasmissione Storie italiane: "Sono venuta per dire che se siamo malati non dobbiamo vergognarci. Sono ancora qua con il sorriso, con la capacità di ragionare e di parlare, ma anche di ribellarmi. Non ho perso la mia grinta e il coraggio".  

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