Putin, due donne lo sfidano: Sanna e Magdalena. Sono le premier di Finlandia e Svezia . Si sono messe assieme ed hanno annunciato che entreranno nella Alleanza Atlantica. Entro giugno, comunque prima del vertice Nato di Madrid (29-30 giugno), Sanna Marin (Finlandia) e Magdalena Andersson (Svezia) pensano di avere l’ok. Putin è furioso ed ha subito inviato mezzi militari al confine con la Finlandia, una nazione che da 70 anni si prepara ad una invasione da parte dei russi. Fa il duro. Bluffa. Non aprirà altri fronti, non ha le risorse per gestire due conflitti. Al massimo rafforzerà lo spionaggio e le installazioni militari . Questo almeno suggerisce l’andamento dell’invasione dell’Ucraina, oltremodo dispendiosa e sciagurata. Un'invasione che costa una follia in termini di uomini, di faccia, di mezzi; la perdita della nave ammiraglia (colpita e affondata), è emblematica. Morale: la presa di Odessa si è complicata. Il consenso pro Nato è nettamente cresciuto. La Politica scellerata e i massacri di Putin hanno ridato salute ad un'alleanza militare (fondata nel 1949) che aveva il fiatone. Lo zar l’ha rimessa in piedi. La NATO ha alzato il livello di sicurezza e si presenta preparata ad un (eventuale) contrattacco. Già operativi intercettori, missili da crociera, corazzati, aerei. Le basi in Romania e Polonia “guidano” la difesa. La NATO è disponibile ad un allargamento. Nel 1998 aveva 16 membri, nel 2022 ne ha 30. Presto salirà a 32, se non di più. Anche la Georgia guarda alla NATO come ad uno scudo che potrebbe proteggerla da un'invasione.
Non ci sono soltanto Sanna Marin, 36 anni (Finlandia) o Magdalena Anderson, 55, (Svezia). Le donne avanzano. Il Nord Europa traccia una linea già contagiosa da quelle parti. Sanna è la più giovane leader al mondo. Ma anche nei Paesi vicini ci sono donne alla guida. Donne di destra e di sinistra, europeiste o scettiche, socialdemocratiche come Magdalena o conservatrice ed europeista come Ingrida Simonyte’ (Lituania). O l’ex premier della Norvegia,la conservatrice Erna Solberg. Donne leader in Islanda (Katrin Jakobsdottir, 46 anni, eletta con i Verdi) e in Estonia (Kaja Kallas, 43 anni, figlia di un ex premier riformista). In Danimarca le donne leader di partito sono il 50%, in Svezia il 57,1%, in Finlandia addirittura il 66,7%. Curiosità: la Finlandia è stata denunciata perché al Governo non ci sono abbastanza maschi. Una rogna in più per Vladimiro.
Sui 7 principali partiti in evidenza due donne: Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia e Teresa Bellanova, coordinatrice di Italia viva con Ettore Rosato. Comunque è una percentuale più alta della media Ue. Qualcosa in ogni caso si muove anche da noi. Lentamente, ma si muove. Nel luglio del 1976 Tina Anselmi è stata la prima donna a diventare ministro . Ora il Governo Draghi ne conta 8 (Lamorgese, Gelmini, Dadone, Messa, Bonetti, Cartabia, Stefani, Carfagna). Lo scossone di Putin è destinato a cambiare molte cose.