di Nicola Perrone
Z era il titolo originale del grande film del regista Costa Gravas. Da noi fu tradotto 'Z L'orgia del potere' e nel 1969 il regista si aggiudicò l'Oscar per il miglior film straniero. Al centro l'assassinio di Gregoris Lambrakis, noto politico greco di sinistra ed attivista per la pace, ucciso nel 1963 da estremisti di destra con la complicità delle forze militari golpiste nazionali. Le situazioni sono diverse, ma la Z, quella stampata sui carri armati russi, che hanno invaso l'Ucraina e che il dittatore Putin sta elevando a simbolo nazionale, ha lo stesso significato; quello che troviamo anche nel film di Pier Paolo Pasolini 'Salò o le 120 giornate di Sodoma', è la stessa cosa: la profanazione dell'individuo assoggettato all'arbitrarietà del Potere, nel nostro caso Putin e i suoi gerarchi, che hanno bisogno di un clima permanente di terrore e di peccato da scacciare anche con le armi.
Qui in Italia c'è una parte, rispettabile e con diritto di parola ci mancherebbe altro, che continua a fare le pulci all'Ucraina, a quante volte in passato Zelensky si è messo le dita nel naso, come da noi al momento della sua elezione da quasi tutti fosse giudicato un pagliaccio e via col tango. Poi ci si aggiunge la malafede degli Stati Uniti, che da sempre si arricchisce scatenando guerre e vendendo armi, l'inutilità dell'Europa ridotta a zerbino americano e alla fine siamo tutti colpevoli, noi e Putin che ha scatenato l'invasione e che sta uccidendo tutti e distruggendo le città ucraine.
Io però non sono d'accordo nel mettere tutti nello stesso mucchio, per me chi invade un paese che democraticamente ha deciso di stare in Europa va difeso a tutti i costi, perché ne va della nostra libertà di non vederci un domani schiavi del nuovo Hitler di Mosca. In Russia già da anni impera la propaganda di regime, che trasforma la verità dei fatti in menzogna di parte che poi viene distillata tra la popolazione a partire dai bambini delle elementari.
Stanno costruendo l'uomo putiniano, che non si interroga e non ha dubbi, segue gli ordini dall'alto ed è pronto a farsi ammazzare per il proprio dittatore. E la cricca al potere non si vergogna, anzi, se ne vanta in pubblico. Come Margarita Simonyan, direttrice dell'ex Russia Today, che intervistata dalla tv nazionale ha difeso la censura e la propaganda in atto con questo ragionamento: "Abbiamo avuto due periodi nella nostra storia di censura assente... Dal 1905 al 1917, ricordiamo com'è finita; durante la Perestrojka e gli Anni 90, finita col crollo del Paese". Di qui il suo urlo: "Nessuna grande nazione può esistere senza il controllo sulle informazioni... Guardate solo la Cina, vi piace l'economia cinese? A me piace. Hanno qualche libertà? Nella vita politica del loro Paese, nella vita informativa del Paese? No, non ce l'hanno. Forse non è male, forse è una buona cosa".
Così pensa la cricca di Putin e così agisce nella costruzione della 'Generazione Z' pronta ad accettare qualsiasi oscenità del loro arbitrio. Di queste ore la decisione del ministro dell'Istruzione del regime: dal prossimo settembre i bambini cominceranno sin dalla prima elementare a studiare la storia russa, e prima di entrare in classe ci sarà l'alzabandiera e l'inno russo da cantare. Il ministro ha spiegato che servirà a formare 'un senso di patriottismo e cittadinanza tra le giovani generazioni. Faremo di tutto per preservare la memoria storica", soprattutto contro l'Occidente decadente e immorale.
Forse il Cremlino si è accorto che c'è una fetta importante d giovani che sfugge alle sue menzogne, che grazie alla rete riesce a collegarsi con il mondo libero, a non perdere di vista la verità. Per questo il regime anticipa, li indottrinerà dalla prima elementare. I docenti? Vivono nel terrore e anche loro se non obbediranno finiranno in galera. Non deve poi passare sotto silenzio anche la vena mistica che ha preso Putin, che si nota anche nei suoi discorsi pubblici. Ecco proprio a partire dall'importanza assunta dalla lettera Z, una rapida ricerca in rete sulle origini e significato simbolico fa emergere che forse siamo solo all'inizio di una guerra che non si esaurirà in Ucraina ma durerà a lungo, puntando a riportarci indietro nel tempo, all'idea della Grande Madre Russia con dentro l'Europa magari.
In poche parole, le origini: Zain è la settima lettera dell'alfabeto fenicio e di quello ebraico, corrisponde alla lettera greca Zeta (Z). L'ideogramma del Sinai rappresenta una freccia; il geroglifico egiziano rappresenta la freccia che attraversa una pelle d'animale. Nel tempo la freccia si stilizza diventando Z. La Z rappresenta un'azione, un possente movimento dato da una energia così potente che nessuno può fermare. Si tratta dell'energia del desiderio che spinge ad agire. La freccia scagliata con forza che fatalmente raggiungerà l'obiettivo, quindi la Z è uno strumento di guerra, simboleggia la conflittualità implicita nella natura che si manifesta come istinto di sopravvivenza.