La guerra in Ucraina e le sanzioni contro Mosca decretate dall’Occidente nel tentativo di frenare lo sforzo bellico russo, stanno spingendo il governo italiano alla ricerca di fonti energetiche alternative dal momento che quelle che provengono dall’Est rischiano di inaridirsi da un momento all’altro.
Una delle piste più battute nelle ultime ore è quella che conduce in Angola. Ieri il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto un colloquio telefonico con il presidente della Repubblica di quel Paese, João Manuel Gonçalves Lourenço, in vista della missione dei ministri Di Maio e Cingolani di ieri a Luanda.
La conversazione, ha informato Palazzo Chigi, “ha confermato la comune volontà di rafforzare il partenariato bilaterale in tutti i settori di reciproco interesse, con particolare riguardo all’ambito energetico”.
“Il governo sta cercando di differenziare le fonti di approvvigionamento e di ridurre la dipendenza energetica dalle forniture russe” ha proseguito la nota. In verità il presidente del consiglio sarebbe dovuto andare in visita in Angola, ma ha dovuto rinunciare al viaggio perché risultato positivo al Covid (è asintomatico).