Dopo i leader Ue (la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, quella della Commissione, Ursula von der Leyen, e quello del Consiglio, Charles Michel), tocca ora a Mario Draghi muoversi alla volta di Kiev. Nelle prossime settimane, infatti, il presidente del Consiglio dei ministri potrebbe recarsi nella capitale dell’Ucraina, per un colloquio faccia a faccia con il presidente Volodymyr Zelensky, proprio come hanno già fatto altri capi di Stato europei (è il caso del britannico Boris Johnson) che hanno visitato il paese nelle ultime settimane.
Al momento, l’ex “numero uno” della Bce si trova in isolamento a Città della Pieve, in Umbria, dopo essere risultato positivo al Covid-19 (Draghi è asintomatico). Tuttavia, fonti di Palazzo Chigi confermano che, in queste ore, si sta valutando seriamente l’ipotesi di un viaggio del premier fino a Kiev. Per ora, non è stata indicata ancora alcuna data specifica né sembra esserci qualcosa di già pianificato, tuttavia, salvo clamorosi imprevisti, a voler dar retta alle solite “voci” di dentro, la mission diplomatica del capo dell’esecutivo dovrebbe svolgersi prima della visita programmata negli Stati Uniti, prevista per metà maggio. Dunque a scadenza non troppo lunga.
Nel frattempo, il governo è al lavoro, in questi giorni, per il varo di un nuovo decreto d’urgenza che preveda l’invio di armi agli ucraini. Il provvedimento dovrebbe essere discusso nel Consiglio dei Ministri che si terrà la prossima settimana. Attualmente non ci sono dettagli né sulla tipologia di armamenti che verranno inviati da Roma a Kiev, né sulle risorse economiche che dovranno essere stanziate per questo ulteriore pacchetto di aiuti militari. L’unica precisazione emersa da fonti che sono al lavoro sul dossier è che l’Italia non invierà armi pesanti.