Putin e la propaganda russa hanno "rubato" la zeta a Zorro e centinaia, forse migliaia, di Zorro sono pronti a riprendersela. Con la spada? No, con l'ironia.
"Perché Zorro alla fine riporta la giustizia non con le armi, ma con il sorriso", spiega il regista Filippo Martinez, ideatore del terzo raduno mondiale di Zorro il 28 maggio a Oristano e già autore sulle reti Mediaset di Sgarbi quotidiani.
Sì un vero e proprio raduno di uomini e donne che si presenteranno nella città di Eleonora con mascherina, mantella nera e baffi veri o disegnati. L'hanno già fatto due volte, nel 1984 e nel 2004: diciotto anni fa erano più di tremila. Ma questa primavera sarà speciale. Perché c'è stata una "provocazione", quella zeta sui carri armati dei russi in Ucraina.
Così, lo scorso 11 aprile l'Università di Aristan, ateneo inesistente (ma che spesso e volentieri diventa reale con iniziative come questa) e "metafisico" inventato da Martinez, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook questo appello: "Caro Zorro, ti sei sempre battuto con coraggio astuzia e ironia contro l'arroganza del potere, per questo la zeta è diventata un simbolo di giustizia per tutti gli oppressi; ora però Vladimir Putin, applicando la tua zeta sui suoi ordigni di morte, ne ha ribaltato completamente il senso trasformandola in un simbolo di ferocia e sterminio".
Da qui la richiesta di soccorso: "La fluttuante Università di Aristan che, come sai, con i suoi corsi di Scienze della Felicità e di Prevenzione dell'Idiozia Esagerata, assegna lauree in Teoria e Tecniche di Salvezza dell'Umanità, oggi ti chiede formalmente di restituire il senso originario alla tua nobile zeta profanata. Ritorna.Ti aspettiamo".