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di Alessandro Camilli

Marcia della Pace, Perugia-Assisi. 300 organizzazioni e sigle e migliaia di persone di buona volontà. Ma anche un alfabeto biforcuto, biforcuto come una verità non vera. Non devono neanche averci pensato quando hanno redatto il manifesto della Marcia, gli è venuto così con assoluta naturalezza e lo slogan, la bussola morale è stata sintetizzata nel grido: "Fermatevi!".

Fermatevi dunque in due, i due che combattono. Tutti e due devono fermarsi secondo aspirazioni e messaggio pacifisti. Infatti nel manifesto due proiettili volano in direzioni opposte, l'uno bianco e l'altro nero. Devono smetterla in due di fare la guerra secondo visione e programma pacifista. Fermatevi dunque russi e ucraini, o ucraini e russi senza che l'ordine di elencazioni cambi la sostanza del grido pacifista: fermatevi voi due.

Non è venuto in mente al manifesto pacifista, non era nella cultura pacifista lo scrivere: Fermateli! Fermateli e non fermatevi. Che differenza tra una "v" e una "l"? Tutta la differenza del mondo. Fermateli, scrivere e pensare questo voleva e vuole dire fermate i russi. La "l" al posto della "v" avrebbe voluto dire che i russi sono gli invasori, gli aggressori e vanno fermati. Ma questo il pacifismo e il pacifismo non vuole dirlo. Non ce la fa, molto non ce la fa a dirlo. E non poco non vuole dirlo. Perché se solo apprezzasse il valore etico del fermare, quindi sconfiggere l'aggressore e invasore, scoprirebbe che la pace degna di essere vissuta passa per vie non solo, non sempre e non necessariamente pacifiche. Mentre la pace ad aggressore non fermato è resa, sottomissione, garanzia di nuove aggressioni e predicazione in fondo indegna.

L'aggressore, lo Stato, la Russia di Putin hanno invaso in nome degli espliciti valori della terra e del sangue e dello spazio vitale e della missione storica. Hanno detto "denazificare", il che significa riconoscere allo Stato, alla nazione, al popolo, agli ucraini tutti una condizioni di sub umanità, comunque qualcosa da cancellare. La Russia che invade ogni giorno adotta la postura della vittima guerriera. Ma come si fa, come fanno i pacifisti a non vedere tutti gli ingredienti, tutte le materie prime di tutto ciò che nella storia dell'umanità va combattuto e battuto?

Pacifisti che in relativa buona fede o in fede cieca non vedono. Ma anche chi pacifista non è ma farebbe qualsiasi cosa per la sua condizione di pace, anche mettersi sotto tutela di chi muove guerra. In un rovesciamento tipico nella personalità violenta-pavida chi resiste all'attacco russo, chi non si arrende, chi spara all'esercito invasore viene tacciato di "bellicista".

Sono i violenti-pavidi che affollano i talk-show, ma non solo. Sono i pavidi che preparano una mozione (alcuni M5S) per diamo il Donbass a Putin e non diamo le armi a Kiev, così noi stiamo in pace. Pavidi di fronte a chi invade, violenti di fronte agli invasi cui si intima di cedere territori e libertà. Sono coloro che si sono inventati l'insulto "bellicista" da lanciare sul volto di chi aiuta l'Ucraina e di chi non omaggia il Capo guerra russo. Bellicisti? Chi lo grida è come il classico bue che dà del cornuto all'asino. Chi grida bellicista a chi non si arrende all'invasione è in fondo solo la truppa di complemento dell'invasore.