All’indomani della promessa di Usa e alleati di “spostare mari e monti” per sostenere le esigenze di sicurezza dell’Ucraina, questo è il giorno in cui il furore di Putin contro i nemici d’Occidente prende la forma di un piano programmatico. Un piano fatto di azioni e minacce, che include tutti i classici del repertorio russo ma che fa impressione proprio perché li mette tutti insieme, uno dopo l’altro. Ne fanno parte quelle che Mosca considera controsanzioni, come lo stop alla fornitura di gas a Polonia e Bulgaria (con l’avvertimento che altri potrebbero seguire a breve) e la proroga delle restrizioni all’export di fertilizzanti (di cui la Russia è primo esportatore mondiale). Ma ne fanno parte anche minacce più vaghe, su “risposte fulminee” con “strumenti che nessuno ha”, elementi di una retorica bellica che si fa ogni giorno più pesante.
"Se la Russia sarà minacciata, risponderà con mezzi che i suoi avversari non hanno ancora", ha dichiarato il presidente russo in un discorso ai parlamentari a San Pietroburgo. La trama è sempre la stessa, quella di una Russia innocente che ha agito per necessità e che deve fronteggiare la “minaccia geopolitica” di chi la vorrebbe “fare a pezzi”. "Se qualcuno vorrà interferire nella situazione in Ucraina dall'esterno e porrà una minaccia di carattere strategico", la Russia "colpirà in modo fulmineo", ha avvertito Putin. "Devono sapere che ci sarà una risposta, e sarà rapida. Abbiamo strumenti che nessuno ha e li utilizzeremo, se necessario. Voglio che tutti lo sappiano […]. Tutte le decisioni sui colpi fulminei che la Russia infliggerà in caso di minaccia alla sua sicurezza strategica sono state prese", ha aggiunto, secondo quanto riporta l’agenzia Ria Novosti.
Putin ha quindi accusato l'Occidente di voler distruggere la Russia e di aver spinto l'Ucraina verso il conflitto con Mosca. L'Occidente "vuole fare la Russia a pezzi, tagliarla in pezzi differenti" ma Mosca "resisterà a ogni tentativo di isolarla". "Risponderemo a restrizioni esterne rudi, spesso goffe, alla distruzione di tutti i diritti e accordi civili e ai tentativi di isolarci con una maggiore libertà di impresa e una protezione affidabile di imprenditori e investitori".
Putin ha quindi rivendicato la tenuta del sistema russo di fronte alle sanzioni occidentali (malgrado le stime del ministero dell’Economia secondo cui il Pil potrebbe registrare un calo del 12,4%). "L'economia russa ha resistito, non si è sbriciolata sotto il peso delle sanzioni, che in Occidente erano considerate schiaccianti". "È necessario non solo garantire la stabilità dell'economia, ma anche rafforzare la sovranità industriale della Federazione russa, e la sua leadership globale in una serie di settori", ha aggiunto, promettendo allo stesso tempo misure come l'adeguamento delle pensioni e degli stipendi pubblici (l'inflazione prevista per quest'anno è del 20,7%).
Quanto al proseguimento della guerra, il leader russo ha ribadito che "tutti gli obiettivi della missione militare speciale in corso nel Donbass e in Ucraina saranno certamente raggiunti al fine di garantire pace e sicurezza ai residenti delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, della Crimea russa e del nostro intero Paese nella sua prospettiva storica". Poco prima da Washington il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price aveva affermato come da parte di Mosca non vi sia "alcun segnale sincero di voler dialogare per una soluzione del conflitto in Ucraina", una valutazione che sta diventando sempre più condivisa in Occidente.
Il punto - come già sottolineato qui – è che gli obiettivi della Russia in Ucraina sono obiettivi mobili: pronti a ingigantirsi alla prima vittoria militare. È il punto centrale di un’analisi che il Financial Times fa sulla possibilità che Putin stia pianificando un lungo conflitto in Ucraina, cavalcando la narrazione della “guerra con il mondo intero”. Secondo fonti del FT coinvolte nei tentativi negoziali, “l’obiettivo di porre fine alla statualità ucraina rimane invariato”, ciò significa “che è preparato per un conflitto prolungato che va molto oltre l'obiettivo recentemente delineato di "liberare" il Donbass: il piano è quello di “catturare tutto il sud-est dell'Ucraina per isolare il Paese dal Mar Nero e creare una piattaforma per ulteriori attacchi”. “È un tattico… un judoka... Vuole fingere e buttarti sopra le sue spalle", ha detto una delle persone, riferendosi all'amore di Putin per il judo. “Non è ragionevole, ha in testa un'immagine distorta del mondo [...] e gli scenari sono cambiati. L'appetito arriva durante il pasto".
Per guadagnare terreno sul campo di battaglia la Russia ha bisogno di un aumento significativo di soldati per proteggere le apparecchiature di maggiore valore. Questo può essere fatto solo coinvolgendo coscritti, riserve e volontari, tutti fattori che richiedono al Cremlino di ammettere che sta conducendo una guerra totale, piuttosto che una "operazione speciale", secondo Jack Watling, esperto di guerra terrestre presso il think tank del Royal United Services Institute. "Se hai intenzione di andare in guerra, allora devi spiegare alla gente cosa stai facendo e perché ne vale la pena", osserva Watling. "Dato che sta andando male e stanno subendo livelli di logoramento molto, molto alti, dovranno spiegare al pubblico russo perché stanno subendo vittime e per cosa stanno prendendo le vittime".
Ecco dunque che la retorica della minaccia esistenziale, con Putin che è tornato ad accusare l’Occidente di essere "un pericolo per tutto il mondo", ricordando che è stata Mosca a "liberare il mondo dai nazisti". Tra gli anni Novanta e gli anni 2000 – ha proseguito Putin - l'Occidente ha alimentato il terrorismo nel Caucaso del Nord e stimolato il separatismo allo scopo di distruggere il Paese. "Questo obiettivo, quello di spingerci all'angolo", non è stato raggiunto. Ma in Occidente non ci si è riappacificati con questo fallimento: di qui la “massiccia guerra economica” sferrata contro la Russia e l’utilizzo dell’Ucraina come una pedina “sacrificabile nella lotta con Mosca”.