Prezzi dilagano i furbetti. Gli ultimi di una lunga serie. Ogni periodo ha il suo. Adesso è il turno di chi applica aumenti ingiustificati sul carrello della spesa.
Con la scusa della guerra e dell’inflazione – per carità, nessuno le nega – hanno sveltamente rivisto i listini. Nel mirino soprattutto pane, pasta, caffè, gelato. A seguire gli ortaggi. Ma che c’entrano, ad esempio, le zucchine con Putin? Nel dubbio , su il prezzo di 33 centesimi al chilogrammo. Mistero. E i furbetti hanno giocato d’anticipo. Fiero l’occhio e svelto il passo. Il ferro va battuto finché è caldo.
Certo, l’inflazione corre (+6%), la guerra non si ferma, il Covid insiste. Tre rogne pesanti che peseranno chissà per quanto tempo. Paghiamo ancora le accise del 1935 volute dal Mascellone per sostenere le nostre “operazioni speciali “ in Abissinia e in Etiopia . La furbata ha fatto scuola. Ogni emergenza andava sostenuta, ed infatti sosteniamo ancora la crisi del canale di Suez che è del 1956 e la missione in Libano che è del 1982. È nata una mentalità, si è imposta una consuetudine. Oggi l’hanno ereditata i furbetti dei prezzi. Il carrello della spesa è così uscito dai binari. Prendiamo la pasta: in un anno è aumentata del 17%. Colpa di Putin che “ha bloccato il granaio d’Europa” come si sente dire spesso? Balle, pardon fake news. Ad esempio, gli spaghetti si fanno con il grano duro e Russia e Ucraina soddisfano solo il 2,3% dell’ export mondiale. Discorso simile per il pane. Dunque gli aumenti fatti (molti, non tutti) non hanno una giustificazione. Punto.
All’inizio c’erano i furbetti del quartierino. Razza cafona della finanza, tanto rapaci quanto sfacciati. Erano spuntati dal nulla e nel nulla sono finiti. Ma non in prigione, non in miseria. Il lessico giornalistico ha adottato l’espressione idiomatica (dal gergo romanesco) e non l’ha più abbandonata. E così i furbetti, come conigli, si sono moltiplicati. La fauna ha invaso molti campi. Abbiamo collezionato i furbetti del cartellino, del Covid, del reddito di cittadinanza, del green pass. Sono spuntati persino i furbetti del bonus 110% e quelli dell’ecobonus delle caldaie e dei climatizzatori , del tampone, del vaccino. I “furbetti del weekend “ colpiscono puntualmente, e ne beccano 4 su 10. Ai “furbetti dei prezzi “ finora è andata bene. A quando i controlli seri?