Ai piani alti di Mediaset scrivono, limano il comunicato, ci pensano e ci ripensano. A tarda sera a parlare è il direttore generale dell'informazione di Mediaset, Mauro Crippa, colui che ha dato il via libera alla scaletta del programma 'Zona bianca', quindi anche all'intervista a Sergei Lavrov. Il dirigente televisivo, dopo le accuse di filo putinismo, rivendica il lavoro fatto da Rete 4 e definisce "folli" le dichiarazioni del ministro degli Esteri russo. Tuttavia considera l'intervista "un documento che fotografa la storia contemporanea". Quindi "ai critici un tanto al chilo consigliamo la visione delle programmazioni di reti, tg e speciali Mediaset sulla guerra in Ucraina. Ne trarranno facilmente la conclusione che l'azienda ha ben chiaro chi ha voluto e cominciato questo conflitto".
Parole che arrivano dopo che l'intervista al ministro russo ha scatenato un putiferio. Politico, mediatico, comunicativo, istituzionale anche a livello europeo. Il programma ‘Zona bianca’, che ha ospitato Lavrov, ha riacceso anche una vecchia “guerra civile” italiana, in cui il “partito Mediaset” fa quadrato, mentre il Partito democratico riscopre la sua vecchia crociata, quella contro le tv di Silvio Berlusconi. Andrea Ruggieri, deputato di Forza Italia, molto ascoltato dal Cavaliere e che si è sempre occupato di comunicazione, fa i “complimenti all'informazione Mediaset per essere riuscita a intervistare un protagonista diretto degli enormi fatti di questi mesi terribili. Un colpo straordinario". Come si dice nel gergo giornalistico quando si è di fronte a una notizia esclusiva. Ma di esclusivo per Enrico Letta vi è solo “un’onta per l’Italia intera”. Quel "monologo" con cesso a Lavrov e quel “buon lavoro, ministro”, pronunciato dal conduttore Giuseppe Brindisi, porta – secondo il segretario del Pd - l’informazione in “un abisso”.
Anche il Financial time mette il dito nella piaga italiana, che è quella dell’informazione televisiva con molta presenza di posizioni filo-putiniane. Basti pensare a Aleksandr Dugin, filosofo di estrema destra considerato uno degli ideologi della Russia di Putin, intervenuto a Diritto e rovescio e poi a Fuori dal coro sempre su Rete 4, a Nadana Fridriksson, giornalista della tv russa Zvezda, controllata dal ministero della Difesa di Mosca invita a Cartabianca su Rai3 e a Otto e mezzo su La7. E prima di Lavrov sempre il programma Zona Bianca aveva ospitato Maria Zakharova, portavoce dello stesso ministero degli Esteri russo.
Alla luce di ciò il portavoce della Commissione europea Johannes Bahrke chiede ai canali di informazione europea e degli Stati membri di “vigilare e non permettere l'incitamento alla violenza o all'odio nei programmi, come previsto dalla direttiva”. In Italia la questione diventa materia del Copasir, che sentirà l'amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, il prossimo 12 maggio e il giorno successivo dovrebbe essere audito il presidente dell'Agcom Giacomo Lasorella. Su questo tema, parallelamente, si è attivata anche la commissione di Vigilanza Rai.
Il retroscena del caso Lavrov racconta questo. La settimana scorsa a Zona Bianca è intervenuta Maria Zakharova, portavoce dello stesso ministero degli Esteri russo. In quell’occasione si è attivata l’idea di portare in scena al più presto anche il titolare della politica estera putiniana. La proposta è stata portata a Mosca. Lavrov si è detto disponibile di partecipare – a determinate condizioni – a una delle successive puntate del programma. E così è stato. Naturalmente, fanno notare in ambienti televisivi, dati i vecchi rapporti tra Berlusconi e la Russia, casa Mediaset è apparsa più affidabile di altre emittenti per il potere di Mosca. Il rapporto tra il Cavaliere e lo zar non è più quello di prima, come si sa, ma c’è chi osserva che la presenza in video di Lavrov possa rispondere a una voglia di ricucitura o comunque a un atto di cortesia in nome della vecchia amicizia (forse non rimarginabile) tra Silvio e Vladimir. Ovvero: Putin non ha risposto alle telefonate di Berlusconi che voleva fermarlo alla vigilia dell’invasione e subito dopo, e una sorta di risarcimento per quello sgarbo potrebbe essere stata questa intervista. Che indubbiamente si è rivelata un’esclusiva che sta facendo ancora discutere. In casa Mediaset, dove il responsabile dell’informazione Mauro Crippa vede e dà il via alle scalette - dicono: “Non c’entra la politica nell’intervista a Lavrov, non abbiamo nulla a che vedere con il putinismo, noi facciamo informazione. E nell’informazione devono vincere gli ascolti”.
Lavrov e la guerra intanto stanno facendo saltare la pax televisiva italiana, viste le reazioni da Salvini e Meloni a Letta e a tutto il Pd scatenato contro l’intervista del ministro russo. “Rete4 non ha responsabilità – dice la Meloni – per le bestialità che ha pronunciato Lavrov. E comunque va garantita la libertà di stampa e di informazione”. Salvini sulla stessa linea: “Giusto criticare Larov ma non è auspicabile censurare una tv nazionale e i suoi giornalisti”. Il centrodestra fa insomma le barricate intorno a Milano 2, ma un po’ anche – in questo caso – intorno a Mosca.