In futuro gli astronauti che sbarcheranno sulla Luna potrebbe bere, lavarsi e rifornire la navicella spaziale con l’acqua degli antichi vulcani lunari. E’ quanto emerge da un articolo pubblicato su The Planetary Science Journal, dall’University of Colorado Boulder. “È possibile che a cinque o 10 metri sotto la superficie ci siano grandi lastre di ghiaccio”, ha affermato Paul Hayne. Coautore dello studio e assistente professore di scienze astrofisiche e planetarie. “Dobbiamo davvero approfondire e cercare”, dice all’Independent.
Il nuovo documento si basa su una ricerca del 2017. Indica che le eruzioni lunari circa 3,5 miliardi di anni fa hanno rilasciato così tanto materiale gassoso che la Luna aveva effettivamente nell’atmosfera una pressione superficiale fino a 1,5 volte l’attuale atmosfera su Marte, ma si è dissipata nell’arco di 70 milioni di anni. Hayne si chiede, tuttavia, se il vapore acqueo rilasciato dalle eruzioni vulcaniche possa essersi depositato sulla superficie lunare in forma di gelo.
La modellazione al computer ha indicato che non solo il ghiaccio potrebbe essersi formato in questo modo, ma circa 18 trilioni di libbre di acqua vulcanica potrebbero essersi congelate sotto forma di ghiaccio. È più acqua di quella del lago Michigan e per la NASA potrebbe essere un’ottima notizia. Nel 2025 l’agenzia spaziale spera di riportare gli astronauti sulla Luna, come parte del suo programma Artemis, con nuove missioni che seguiranno circa una volta all’anno a partire dal 2027.
Gli astronauti ne hanno bisogno per bere, per coltivare cibo e per produrre carburante. Dalla Terra i veicoli spaziali possono rifornire gli astronauti in caso di necessità, ma la Nasa punta a destinazioni non facilmente raggiungibili.
Le missioni Artemis studieranno la Luna, la Nasa al contempo intende anche usarle come campo di addestramento e trampolino di lancio per un’eventuale missione su Marte. L’utilizzo dell’acqua lunare potrebbe essere fondamentale per gli astronauti che testano le tecnologie, le operazioni e le procedure necessarie per vivere per settimane o mesi sulla superficie lunare e in seguito su quella marziana.