"L'Italia sia guida in Europa nella lotta alla criminalità". E' questo l'auspicio manifestato dal premier Mario Draghi in occasione dell'inaugurazione della mostra "Antimafia itinerante", nei locali di Palazzo Pirelli a Milano, organizzata per il 30esimo anniversario della nascita della Dia (Direzione Investigativa Antimafia) ed alla quale il presidente del Consiglio ha preso parte come ospite del convegno "Il ruolo della finanza nella lotta alla mafia" insieme con il direttore della Dia Maurizio Vallone, il capo della polizia Lamberto Giannini e la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese.
"L'Italia - ha detto Draghi nel suo intervento - deve assumere un ruolo guida a livello europeo nella lotta alla criminalità organizzata". "Per proteggere i fondi del Pnrr" dalle infiltrazioni mafiose "semplifichiamo le procedure, rafforziamo i controlli" e il ruolo dei prefetti "senza ostacolare le imprese" ha aggiunto ancora l'ex numero uno della Bce. "Le cosche come quelle della 'ndrangheta si sono diffuse nel Nord Italia, in Lombardia, in Piemonte, in Liguria, in Veneto, in Valle d'Aosta, in Trentino Aldo Adige. Qui si è radicata la 'mafia imprenditrice' ha proseguito il capo del governo.
Le mafie, ha poi spiegato Draghi: hanno cambiato natura, "l'incubo stragista" è stato sostituito dalla criminalità 'imprenditrice' che si insinua nei consigli d'amministrazione e nelle aziende, minacciando la libertà d'impresa e la libera concorrenza. Per questo è necessario seguire l'insegnamento di Giovanni Falcone, ovvero 'seguire la traccia dei soldi'. Ma soprattutto vigilare sui modi con cui si spendono i soldi pubblici e sorvegliare sull'uso dei fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza".
La mafia "si impossessa di aziende in difficoltà, si espande in nuovi settori, ricicla denaro sporco, rende inefficaci i servizi, danneggia l'ambiente". Per questo "il contrasto alla criminalità organizzata non è solo necessario per la nostra sicurezza - ha concluso Draghi -, è fondamentale per costruire una società più giusta".