Ddl Concorrenza: trovato accordo sulle concessioni balneari (foto: @mrsiraphol depositphotos)

Ddl Concorrenza: semaforo verde, in Senato, sulle concessioni balneari. La commissione Industria di Palazzo Madama ha infatti dato il via libera, con modifiche, al provvedimento il cui esame era iniziato lo scorso mese di gennaio, salvo poi impantanarsi per il mancato accordo tra i partiti di maggioranza. Nodo del contendere: l'apertura a gara delle concessioni balneari ed i relativi indennizzi da riconoscere agli imprenditori che non dovessero riuscire a rinnovare le concessioni con il demanio.

LA PROPOSTA DI PICHETTO
Su questi due punti si erano arroccate le differenti posizioni dei partiti (FI e Lega in particolare) rispetto a quella del governo. Ne era scaturito un lungo stop che ha portato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, a "minacciare" la fiducia sul testo originario del Ddl (alla cui approvazione, va ricordato, è legato il rispetto degli impegni presi con il Piano di ripresa e resilienza) licenziato dal Consiglio dei ministri qualora dal Senato non fosse arrivata l'attesa "fumata bianca" entro fine maggio. Alla fine la riformulazione dell'emendamento dell'art. 2 del Ddl concorrenza presentata dal viceministro dello Sviluppo economico, Gilberto Pichetto, ha messo più o meno tutti d'accordo.

L'ACCORDO SUGLI INDENNIZZI
L'accordo è stato siglato attraverso una modifica alla parte relativa agli indennizzi. Scompare infatti ogni riferimento alle modalità di calcolo, che dovranno essere definite dai decreti delegati. In soldoni, sarà il governo a definire i criteri degli indennizzi da riconoscere agli imprenditori che non dovessero riuscire a rinnovare le concessioni balneari. Entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge, si legge nell'emendamento frutto dell'accordo, il ministero delle Infrastrutture e quello del Turismo dovranno varare dei decreti delegati con la "definizione di criteri uniformi per la quantificazione dell'indennizzo da riconoscere al concessionario uscente" che sarà "a carico del concessionario subentrante".

LUNEDI PROVVEDIMENTO IN AULA
Il provvedimento, dunque, è stato approvato dalla commissione Industria e lunedì prossimo sarà votato in prima lettura dall'Aula, come aveva chiesto nei giorni scorsi Draghi, con una lettera inviata al presidente del Senato, Elisabetta Casellati. Subito dopo inizierà l'iter alla Camera che dovrebbe concludersi tra fine giugno e inizio luglio così da consentire il timbro definitivo del Parlamento entro metà luglio.

IL NO DI FRATELLI D'ITALIA
Unica voce critica quella dell'opposizione, rappresentata da Fratelli d'Italia. "La riforma delle concessioni Balneari? Non è una riforma" ha sbottato la presidente di FdI, Giorgia Meloni, ospite della trasmissione "Oggi è un altro giorno", in onda su Rai1. "Non sono contraria al fatto che ci sia una concorrenza, ma sono molto contraria al fatto che ci sia un esproprio e questo è un vero e proprio esproprio fatto a favore delle grandi concentrazioni economiche" ha proseguito la parlamentare. "Le gare verranno vinte dalle grandi multinazionali straniere. E io non sono mai favorevole a togliere qualcosa di italiano per regalarlo agli stranieri" ha concluso.

SIB: IGNORATE NOSTRE RICHIESTE
Scettico per non dire deluso dal provvedimento anche il Sindacato Italiano Balneari secondo cui sono state "ignorate completamente le richieste delle organizzazioni sindacali, inascoltate le considerazioni delle Regioni e dei Comuni, le uniche istituzioni competenti in materia che saranno chiamate ad applicare disposizioni confuse e pasticciate". "Nessuno dei 226 subemendamenti presentati da ogni forza parlamentare è stato preso in considerazione o, almeno, discusso. Riuniremo a breve i nostri organismi dirigenti per valutare la situazione ed adottare le iniziative da intraprendere" ha commentato Antonio Capacchione, presidente del SIB aderente a Fipe/Confcommercio.