Franco Esposito
Va all'asta la villa dei litigi. Finisce all'incanto la storia, i contendenti proprietari, quattro in tutto, non riescono a trovare uno straccio d'accordo, impegnati a tirarsi addosso dispetti e polemiche, la villa di Giuseppe Verdi sarà messa in vendita dal tribunale. Finisce così, con somma delusione da parte dei litiganti, la contesa non solo dialettica che dura da oltre vent'anni. Al centro una guerra senza esclusione di colpi tra quattro fratelli. Eredi di Giuseppe Verdi e soprattutto eredi di una qualcosa di molto significativo che dà lustro all'Italia intera.
La storia di Villa Verdi, a Sant'Agata di Villanova, nel Piacentino. Una estenuante altalena di schermaglie giudiziarie, dissapori e carta bollata. L'ufficialità della messa in vendita all'asta della struttura arriverà con l'ordinanza emessa dla Tribunale di Parma. Lo Stato avrà diritto di prelazione.
La villa rappresentò il focolare che ospitò Giuseppe Verdi dal 1851, per oltre mezzo secolo. Lasciata agli eredi dell'immenso musicista, oggi diventa protagonista di un clamoroso cambiamento, certificato dal problema del mantenimento. E non essendo maturato un accordo tra i quatto fratelli, si assiste allo strano destino della villa dei litigi. Anzi di più: il destino è identificabile come brutale, e sicuramente "amareggia tutti".
La delusione è presente nelle parole di Angiolo Carrara Verdi, che dal 2000, l'anno in cui morì la madre, gestisce la struttura di Sant'Agata e anche l'ala musicale della villa. "Dichiaro la mia amarezza. Verrò ricordato come l'erede che è riuscito a perdere la villa. Non posso e non voglio parlare di cifre,. Si tratta di un pesantissimo onere".
La casa e il museo verdiano sono davvero insostenibili, sotto l'aspetto dei costi di gestione. L'emorragia di denaro è una realtà dura da sostenere, difficile da tamponare. "Non abbiamo trovato un accordo", sottolinea amaro Angiolo Carrara Verdi.
Lo sconcertante epilogo è il risultato della battaglia fra i quattro fratelli Carrara Verdi: Maria Mercedes, Ludovica, Angiolo ed Emanuela, lei scomparsa nel 2020. Dopo che la Cassazione ha confermato che "l'eredità di Alberto Carrara Verdi, scomparso nel 2001, deve essere divisa tra i figli equamente". La vendita della villa è diventata a quel punto inevitabile. "Non siamo risuciti a trovare un'intesa e nessuno di noi ha la possibilità di acquistare la proprietà di Sant'Agata e liquidare gli altri".
Angiolo Carrara Verdi ritiene di aver seguito alla lettera le volontà del Maestro. Spera che le sorelle facciano altrettanto. Difficile azzardare ipotesi sulle tempistiche che possono portare all'acquisizione dello storico immobile da parte di un nuovo proprietario. La speranza residua è che non si arrivi alla chiusura al pubblico dei battenti della villa. "Sapevamo che questo momento purtorppo sarebbe arrivato, Ma in questi venti anni abbiamo adottato una sorta di modus vivendi molto simile a un equilibrio".
La notizia della vendita all'asta rappresenta un fulmine a ciel sereno per i quattro fratelli litiganti. Laddove resta in piedi la causa contro lo Stato Italiano per i carteggi verdiani conservati nel famoso baule. La proprietà dei documenti appartiene alla famiglia Carrara Verdi. "Noi abbiamo sempre e solo rispettato la volontà del Maestro. Il suo desiderio era che i documenti non venisssero divulgati. Non intendiamo arrenderci, la partita non è finita".
I carteggi verdiani sono un vero e proprio patrimonio culturale: 626 fogli di abbozzi e schizzi di opere, dalla Luisa Millar ai Pazzi sacri, per la maggior parte inediti, già prelevati dalla villa nel 2017 e custoditi ora nell'Archivio di Stato di Parma. Un prezioso scrigno di cui si parlerà a lungo alla Fondazione Levi di Venezia. Al primo convegno sulla materia saranno affrontate le nuove prospettive, parte alla ricerca della possibilità di "analizzare quei documenti per tanti anni rimasti inavvicinabili, gelosamente custoditi nel baule di Giuseppe Verdi".
Ma sullo sfondo prevalgono come immagine e scenario i brani di vita quotidiana del Maestro. Villa Verdi ne documenta l'attività, la voce, il genio. Ma non solo: mette in luce l'uomo nella sua quotidianità. Dopo aver vissuto a Vienna, Londra e Parigi, spinto dal desiderio di tornare nei luoghi che lo avevano visto crescere, Giuseppe Verdi acquistò quella che diventerà la sua dimora preferita. La tenuta id Sant'Agata di Villanova, Piacenza, ampliata e sistemata dal Maestro nel 1849.
Verdi vi abitò con la seconda moglie, la celebre cantante lirica Giuseppina Strepponi. L'odierno percorso musicale si snoda solo in una parte dell'edificio. La villa è circondata da un grande parco progettato proprio dal Maestro. É parte di un itineriario verdiano che presenta altre tappe a Roncole e a Busseto. Le stanze visitabili sono quelle abitate dal compositore e dalla moglie all'interno della villa dei litigi dei quatto fratelli eredi, andata purtroppo all'asta. E non si sa quale fine farà. Nulla può essere escluso.