di Lucio Fero
L'Europa, i paesi europei, Italia tra i primi, devono far arrivare grano ai paesi africani e del medio oriente. Non per beneficenza, per sopravvivenza. Sopravvivenza propria e non degli africani o degli arabi. Se in Africa arriva la carestia e non il grano, allora saranno centinaia di migliaia che sceglieranno il rischio di morire in mare al posto del rischio di morire di fame. Nulla in caso di carestia fermerà o arginerà una possente migrazione.
Sì, i russi nel migliore dei casi hanno detto: faremo passare. Ma quanto ci si può fidare dei russi? Sì, gli ucraini hanno detto: sminiamo per far passare. Ma se una nave salta su una mina potrebbero ricordare a tutti che le mine in mare le ha messe anche la Russia. Sì, c'è un accordo a far passare il convoglio ma nelle acque attorno al convoglio ci sono e restano sottomarini russi e su terraferma, sia in mano ucraina che russa, ci sono missili anti nave a portata della rotta del convoglio. E ci sono equipaggi durante il viaggio sempre necessariamente con il dito sul grilletto, non solo in senso metaforico.
Un programmato venir meno ai patti è possibile, praticabile. Ancor più possibile l'imponderabile di un incidente, di una nefasta incomprensione tra militari e unità di flotte, eserciti e paesi che si ritengono reciprocamente ostili come la Russia e i paesi della Ue. Quel convoglio, necessariamente il primo di molti, necessario e indispensabile perché nella guerra non si apra un fronte interno all'Europa occidentale, può anche, è nell'ordine della cose possa diventare l'innesco di una guerra più vasta della guerra in Ucraina. Anche nella migliore delle ipotesi, quella di un accordo generale a farlo passare, quel convoglio ad ogni miglio che percorre lo fa sul sottilissimo filo che distanzia ma non separa la doverosa soluzione dalla ingovernabile catastrofe.