Ancora fibrillazioni all’interno della maggioranza dove ieri il segretario del Partito democratico ha criticato il leader della Lega Matteo Salvini in merito alla sua decisione di andare a Mosca per una ‘missione di pace’. “Quanto alle iniziative estemporanee di Salvini in Italia, credo che Salvini si sia fatto male da solo. Il vero problema non sono tanto i danni a se stesso o alla Lega, cosa che francamente ci interessa di meno. Il problema sono i danni alla reputazione dell’Italia”, le parole di Letta.
Che poi continua: “Essendo Salvini una parte significativa della maggioranza di questo governo l’Italia rischia di passare per un paese poco serio e poco affidabile, con iniziative estemporanee messe in piedi non si sa bene con quali interlocutori, con quali consiglieri e per fare che cosa. Tutto questo si rileva un boomerang per l’Italia, un danno per il nostro paese e un danno anche per pace: Putin capisce la pace solo se ci vede tutti uniti”.
La replica di Salvini non si è fatta attendere, attaccando il Pd stesso: “Visto che entriamo nel centesimo giorno di guerra, l’Italia merita e ha bisogno di pace. Ero abituato da ragazzo a una sinistra che voleva la pace e che criticava chi parlava di armi e di guerra. Adesso è cambiato il mondo e abbiamo un Pd guerrafondaio che critica chi costruisce la pace e parla solo di armi e guerra”.
“La pace è urgente adesso - aggiunge il leader del Carroccio -, non solo per salvare vite in Ucraina, che è la cosa più importante, ma perché avete visto l’aumento dei prezzi?. Lavorare per la pace non è un diritto ma un dovere - aggiunge Salvini - Andare avanti con la guerra e con le armi significa morte in Ucraina, ma anche che la benzina, la luce, il gas, il diesel, aumenteranno a sproposito, mentre gli stipendi sono bloccati. Mi spiace che soprattutto a sinistra ci siano colleghi che mi criticano. Chi vuole la pace fa bene all’Italia, chi parla solo di guerra e armi fa male all’Italia e ai lavoratori italiani”, la spiegazione del leader leghista.
Ecco quindi la replica del deputato democratico, Enrico Borghi, componente del Copasir, che ha rivolto allo stesso Salvini una serie di domande: “Perché stai al governo con noi? Perché hai votato la risoluzione che autorizza l'invio delle armi in Ucraina? Perché hai votato il decreto Ucraina che invia materiale militare a Kiev e conferma l'impegno italiano nella Nato? Questo è il tempo dei guerrafondai o piuttosto quello dei parolai?”.
Ironico il leader di Italia viva Matteo Renzi: “In un momento di guerra lascerei ai competenti e bravi l'onere di risolvere i problemi. Salvini non ne fa parte. Questa storia di Salvini non interessa nessuno se non agli addetti ai lavori. Le conseguenze di quello che sta succedendo con la guerra tra Russia e Ucraina saranno enormi: dal clima, all'immigrazione, dalla geopolitica all'economia. Chi parla di Salvini in questo momento, guarda il dito e non la luna. Parliamo di cose serie, Salvini può andare dove vuole, il problema casomai è se torna”.