Una guerra nella guerra, quella del grano, bloccato nei porti ucraini. Mosca, ieri, ha aperto sullo sblocco delle esportazioni del prezioso frumento: "Siamo pronti a garantire la sicurezza delle navi che lasciano i porti, ma stop alle sanzioni" ha fatto sapere il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in occasione della sua missione ad Ankara dove è stato ricevuto dal collega turco Cavusoglu.
E proprio dalla Turchia è giunto l’endorsement più netto nei confronti dell’appello russo, con il paese della “mezzaluna” che di fatto, si è detto d'accordo con quelle che sono state giudicate: "richieste legittime" da parte del Cremlino. In ogni caso, l’accordo di massima prevede che la flotta di Ankara sminerà i porti e scorterà le navi attraverso il Mar Nero. Mosca avrebbe concordato con Kiev e Ankara uno schema preliminare per l'uscita da Odessa delle navi. Il "blocco equivale a una condanna a morte per milioni di cittadini" ha commentato, dal canto suo, il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio facendo eco all’allarme della Fao secondo cui è “a rischio anche il prossimo raccolto globale”.