Archiviate le comunali è già tempo di tirare le somme per i partiti in vista delle politiche del 2023. Per il centrodestra il dato principale è che se la coalizione si presenta unita vince, come accaduto a Genova, L’Aquila e Palermo mentre se va al voto divisa, come a Verona, perde. "Il centrodestra vince solo unito alle prossime politiche, chi fa calcoli con altri schemi non fa i conti con gli elettori" ha commentato il leader del Carroccio Matteo Salvini.
Gli alleati concordano. "Dove il centrodestra si presenta unito i risultati sono evidenti, penso ad esempio a Palermo", commenta a caldo la vicepresidente dei senatori di FdI, Isabella Rauti. Dello stesso avviso Forza Italia: "Per il centrodestra il primo dato lampante è che quando siamo uniti vinciamo, e bene", osserva Alessandro Cattaneo, responsabile dei dipartimenti del movimento azzurro.
Più difficile l’analisi politica nel centrosinistra. Nel Pd, infatti, si ritiene che le urne indichino che la linea del “campo largo”, vale a dire l’asse con il M5S, voluta dal segretario Enrico Letta, ne esca consolidata. Il che vale per Padova e Taranto. "I primi dati sono incoraggianti. Dove si sono unite le forze progressiste, i risultati sono arrivati", spiega il tesoriere dem Walter Verini. Peccato però che lo stesso leader pentastellato Giuseppe Conte, abbia masticato amaro nel momento in cui ha ammesso che "i dati emersi dalle amministrative “non ci soddisfano.
Ancora più piccata l’analisi di Matteo Renzi secondo cui "queste elezioni segnano al primo turno una vittoria sostanziale del centrodestra, ma dipingono soprattutto un quadro nel quale il grillismo è finito. Se fossi ancora un dirigente del Pd, mi porrei il tema di fare un'alleanza col centro riformista (che fa buoni risultati sia coi nostri candidati che con quelli di Più Europa/Azione) anziché coi grillini”.