Cosa sarebbe Napoli senza i suoi iconici panni stesi tra i bassi dei quartieri popolari? Lo scenario da cartolina immortalato da turisti e film famosi in tutto il mondo rischiava di essere cancellato ieri, quando una bozza del regolamento sicurezza stilato dal Comune, vietava di appendere la biancheria sui balconi a causa dello "sgocciolamento" dei panni in strada. Una norma che vietava un'usanza diventata ormai caratteristica identitaria della città, e che è stata subito ritirata dall'amministrazione in seguito alle proteste di residenti e non.
L'articolo 11 della bozza datata 14 giugno e subito ripresa dai media nazionali era dedicata al tema del decoro urbano, e tra provvedimenti sacrosanti come il contrasto alla vandalizzazione dei monumenti prevedeva anche il divieto di "stendere o appendere biancheria, panni, indumenti e simili al di fuori dei luoghi privati, nonchè alle finestre, sui terrazzi e balconi prospicienti la pubblica via quando ciò provochi gocciolamento sull'area pubblica".
Un giorno dopo, il dietrofront: una nota della Giunta comunale rivede la proposta, sottolineando che "la sicurezza urbana è una priorità di questa amministrazione. Esclusivamente questo tema sarà oggetto, come annunciato quando fu emessa un'ordinanza ora in scadenza, di un apposito regolamento da approvare in Giunta per poi essere sottoposto al vaglio delle Commissioni competenti e poi del Consiglio comunale" e specificando che "quanto alle misure relative al decoro urbano, pur necessarie per restituire un volto degno alla città lasciata nel totale degrado negli ultimi anni, non entrano in questo regolamento".
Chiamato in causa, il primo cittadino della città partenopea ha replicato alle critiche delle ultime ore, dichiarando che "è ovvio che noi dobbiamo mantenere un confine fra quello che è la nostra tradizione popolare e l'ordine. Ma i panni stesi nei vicoli di Napoli sono un punto di rappresentatività della città, non un punto di mancanza di decoro. Penso che questa ordinanza del panni stesi non esisterà mai".