di Matteo Forciniti
A poco più di tre anni dalla fuga di Rocco Morabito dal Carcere di Montevideo qualcosa, timidamente, sembra iniziarsi a muovere seppur con un madornale ritardo. Ricardo Lackner, il magistrato incaricato di seguire le indagini per quanto riguarda la corruzione, ha ufficialmente iscritto nel registro degli indagati un poliziotto che presto andrà a processo. Ad annunciare questa novità sulle indagini è stato ieri il direttore della comunicazione della Fiscalía General de la Nación, Javier Benech, che ha parlato alla stampa locale. Adesso il potere giudiziario avrà un massimo di 20 giorni di tempo per fissare l'udienza.
Come ha indicato Benech l'indagine è riservata, quindi al momento non si conosce ancora il reato che sarà contestato al poliziotto. Tuttavia, l'addetto stampa della magistratura ha sottolineato che questo non sarà l'unica formalizzazione e che "sicuramente" a breve ci saranno altri poliziotti che verranno portati a processo nel lento cammino della ricostruzione giudiziaria di quanto avvenuto e che resta ancora un mistero, specialmente per quanto riguarda la rete di complicità. "Nella fuga di Morabito sono stati commessi vari reati. C'è stata anche la responsabilità dei comandi superiori dell'allora carcere Central" ha dichiarato a El País una fonte del ministero dell'Interno.
Arrestato nel settembre del 2017 dopo aver trascorso una lunga latitanza a Punta del Este, il boss della 'ndrangheta era riuscito a rendersi protagonista di una clamorosa e spettacolare fuga dal carcere Central di Montevideo nella notte del 24 giugno del 2019 quando era in attesa dell'estradizione in Italia che era stata autorizzata dopo una lunga battaglia legale.
In realtà quella di Morabito fu una fuga annunciata visti i continui allarmi che avevano lanciato gli 007 uruguaiani e che invece rimasero -e non si capisce perché- del tutto inascoltati. Nel rapporto citato, gli investigatori parlavano di "80mila dollari" come cifra che il detenuto offriva ai poliziotti per realizzare il piano. L'unica cosa certa è che al momento della fuga i cinque poliziotti incaricati di vigilare il boss calabrese non erano al loro posto. Secondo l'inchiesta Magma della Guardia di Finanza di Reggio Calabria in quel periodo la 'ndrangheta si adoperò attivamente in Sud America per evitare la temuta estradizione in Italia di "U Tamunga" mettendo sul piatto inizialmente almeno 50mila euro per la liberazione.
Con Morabito, quella notte di tre anni fa, evasero dal tetto dell'istituto penitenziario altri tre detenuti catturati subito dopo. Dopo l'evasione Morabito si recò presso una pizzeria di Punta Carretas e da lì partì verso Minas, cittadina del dipartimento di Lavalleja. Successivamente rientrò a Montevideo e dopo essere entrato all'interno della pizzeria scomparve ancora una volta prima dell'ultima tappa vissuta in Brasile che si è conclusa con l'arresto avvenuto lo scorso anno e su cui è stata già autorizzata dal Tribunale brasiliano l'estradizione in Italia.