La Russia minaccia la Lituania (cioè la Ue). Il blocco delle rotte commerciali dirette a Kaliningrad (quel lembo di terra tra Polonia e Lituania avamposto fuori dai confini della Russia sul Mar Baltico) deciso dal governo lituano come azione concreta di aiuto all’Ucraina occupata rischia di essere già diventato un potenziale casus belli, dio non voglia un’altra miccia, un altro fronte nello scontro ormai aperto tra occidente e Russia.
Siamo alle minacce esplicite, a una diplomazia che ha accantonato i rituali e le formule del garbo istituzionale per far posto all’aggressione verbale come metodo. La Lituania è paese iscritto al club europeo dal 2004, Kaliningrad, Konigsberg in tedesco, è dove ha trascorso la sua intera esistenza Kant. Nel frattempo i ministri degli esteri Ue stanno preparando il vertice di giovedì o venerdì per discutere l’ingresso dell’Ucraina nell’unione.
L’incaricata d’affari dell’ambasciata lituana a Mosca è stata convocata al ministero degli Esteri che le ha presentato una protesta ufficiale per la limitazione del transito commerciale verso l’exclave russa di Kaliningrad.
Aggiungendo che se il blocco non verrà revocato la Russia si riserva il diritto di “azioni volte alla difesa dei propri interessi”. Lo riferiscono le agenzie russe.
Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha definito “senza precedenti” il divieto di transito in Lituania dei beni sanzionati dall’Ue verso l’exclave russa di Kaliningrad. Lo riporta l’agenzia di stampa statale russa Tass.
“La decisione è difatti senza precedenti. Viola ogni regola possibile. Capiamo che deriva dalla decisione dell’Unione Europea di estendere le sanzioni al transito delle merci. Crediamo anche che sia illegale”.
“La situazione è più che grave e richiede un’analisi approfondita prima di adottare qualsiasi misura e prendere qualsiasi decisione. Un’analisi approfondita sarà condotta nei prossimi giorni”, ha affermato Peskov stando a quanto riferisce l’agenzia Interfax.