Alla fine l'intesa è stata raggiunta. Sia pure sul filo di lana, dopo l'intervento di Mario Draghi in Senato, per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo di giovedì. Oggetto del contendere: la risoluzione sugli aiuti - anche in termini di armamenti – destinati all'Ucraina. Si temeva in una spaccatura della maggioranza, dopo che anche Leu - dopo i mal di pancia grillini dei giorni scorsi - era apparsa scettica sul voto. Alla fine, dopo ore di riunioni, sospensioni e tensioni, l'intesa è stata raggiunta e la coalizione di governo si è ricompattata trovando l'intesa sulla risoluzione con Draghi che ha ringraziato l’Aula ("L'unità è essenziale" ha detto il presidente del Consiglio). Nel testo concordato spicca il sì alle armi a Kiev ma a patto di continuare a coinvolgere le Camere. Poi l'impegno a "esigere" il ritiro russo affiancato da "iniziative utili alla de-escalation".
Armi a Kiev: la maggioranza si compatta
Draghi ringrazia l'aula. La coalizione trova l'intesa sulla risoluzione