La scissione all'interno del Movimento 5 Stelle era solo questione di tempo. La decisione di Beppe Grillo di confermare la linea del doppio mandato non è andata giù, ovviamente, a coloro che quindi rischiano di scomparire dalla politica italiana. Sono lontanti i tempi quando, da disoccupati, urlavano a gran voce che la politica non doveva essere un lavoro. Ma dopo appunto due mandati bisognava togliere il disturbo. Probabilmente il potere e lo stipendio hanno portato a più banali conclusioni: continuare a vivere di politica. Comunque, ieri in serata il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha ufficializzato il suo addio al Movimento 5 Stelle, rinnegando in pratica gli ultimi 10 anni della sua vita politica.
"Quella di oggi - le sue parole - è una scelta sofferta che mai avrei immaginato di dover fare. Io e tanti lasciamo il M5S, che non sarà più la prima forza politica del Paese. Inizia un nuovo percorso. Per fare progredire l'Italia da Nord a Sud abbiamo bisogno di aggregare i migliori talenti e le migliori capacità, perché uno non vale l'altro", ha aggiunto. E ancora: “Nessuno ha intenzione di creare una forza politica personale, ci mettiamo in cammino. Partendo dagli amministratori locali. Dovrà essere un'onda con al centro le esigenze territoriali. Non ci sarà spazio per odio, populismo, sovrani ed estremismi".
Poi Di Maio ha spiegato: "Non ci possiamo permettere passi falsi, dobbiamo costruire il futuro di tutti i cittadini. Ai colleghi e amici dico: mettiamoci in cammino, insieme per il futuro, che sarà di tutti coloro che vorranno condividere questo progetto e saranno i benvenuti". E poi ancora: "Con le atrocità della guerra in atto - dovevamo scegliere da che parte stare. Sostenere valori europeisti e atlantisti non può essere una colpa”.
Il ministro ha assicurato il sostegno al governo parlando del voto sull'Ucraina: "Oggi è stata una giornata molto importante, al Senato è stata votata la risoluzione che rafforza il governo e il presidente Draghi che andrà al prossimo Consiglio europeo con il forte sostegno delle forze politiche. Dopo settimane di ambiguità, turbolenze e attacchi che indebolivano l'immagine dell'Italia all'estero queste le sue parole - siamo arrivati a un voto netto. Faccio parte del governo e credo che l'operato di Draghi sia un orgoglio e continueremo a sostenerlo con lealtà e impegno". "Pensare di picconare la stabilità del governo solo per ragioni legate alla crisi di consenso è da irresponsabili" , ha attaccato il ministro, randellando in questo modo Matteo Salvini e Giorgia Meloni.