Rivalità storiche e scontri epici. La contrapposizione tra Luigi Di Maio e Giuseppe Conte, con la scissione che spacca il Movimento 5 Stelle, ha precedenti illustri: dal ‘che fai, mi cacci?’ di Gianfranco Fini a Silvio Berlusconi allo ‘stai sereno’ di Matteo Renzi a Enrico Letta. Cinque momenti 'ad alta tensione' nella storia, recente e non, della politica italiana.
Bettino Craxi, da leader del Psi, spese una vita politica a emanciparsi dalla supremazia del Partito Comunista a sinistra. L'approdo fu la nascita della formula del pentapartito, l'alleanza fra Dc, Psi, Psdi, Pri e Pli. I rapporti con Enrico Berlinguer erano pessimi, con diverse fiammate nella dialettica pubblica. La più clamorosa, quella che si è consumata al congresso del Psi del 1984, a Verona, quando l’arrivo della delegazione comunista fu accolta da una valanga di fischi in platea. "Non mi sono unito ai fischi ma solo perché non so fischiare", disse Craxi dal palco.
Che fai, mi cacci? - E’ il 22 aprile 2010 all'Auditorium della Conciliazione, a Roma. La direzione del Popolo delle Libertà passerà alla storia per il durissimo scontro fra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi. Le tensioni fra i due, in aperto dissenso su temi rilevanti, si trascinavano da mesi ma in quell'occasione sono esplose pubblicamente, segnando la fine del rapporto tra i due. "Gianfranco, se vuoi fare politica, noi ti accogliamo a braccia aperte: dimettiti, vieni a farla nel partito e non da presidente della Camera!" disse Berlusconi dal palco. La risposta di Fini, in piedi in platea e con il dito a rivolto al Cavaliere fu: "Altrimenti, che fai? Mi cacci?”.
'Enrico, stai sereno’ - E’ un tweet, il 14 gennaio 2014, ad aprire la sequenza di fatti che porterà il 22 febbraio al passaggio di consegne a Palazzo Chigi tra Enrico Letta e Matteo Renzi. "Non mi interessa prendere il posto di nessuno, mi interessa fare le cose che interessano a italiani #enricostaisereno", è il testo del cinguettio firmato dall'allora segretario del Pd. Con quella frase, diventata a posteriori una delle più celebri 'prese in giro' della politica, Renzi escludeva quelle che poi si rivelarono 'manovre di palazzo' per arrivare a prendere il posto di Letta alla guida del governo.
'Le piazze e pieni poteri’ - Un discorso durissimo, difficilmente sintetizzabile in una sola frase quello pronunciato in Parlamento dal Presidente del Consiglio ormai uscente Giuseppe Conte contro vicepremier leghista Matteo Salvini. E' l'estate del Papete e siamo all'epilogo dell'esperienza del governo giallo-verde, sostenuto da M5s e Carroccio. Conte definisce Salvini come un irresponsabile e un opportunista, e denuncia le ingerenze esercitate dal leader della Lega nei confronti degli altri dicasteri e gli attacchi rivolti ai ministri: "Sono preoccupato quando invochi le piazze e chiedi pieni poteri". E, ancora, "Caro Matteo, non si accostano gli slogan politici ai simboli religiosi”.
'La forza politica dell’odio' - “Mi sono permesso di porre dei temi e aprire un dibattito su alcune questioni e ho ricevuto insulti personali, temo che questa forza politica rischia di diventare una forza dell’odio". E' un passaggio che sintetizza tutta la tensione fra il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il leader del Movimento Cinquestelle, Giuseppe Conte. Uno scontro che si è aperto dopo i pessimi risultati alle ultime amministrative e che ha portato alla dura presa di posizione del Consiglio nazionale del Movimento: "Di Maio discredita Movimento, basta attacchi".