di Alessandro Pulcini
Una maggiore presenza in Medio Oriente, l’accesso a un gigante della produzione di Gnl, e un’altra tappa nel percorso di Eni (e italiano) verso il gas naturale liquefatto, conseguenza dell’allontanamento dal gas russo. I motivi dell’accordo tra Eni e QatarEnergy sull’espansione da quasi 30 mld di dollari del progetto North Field East (NFE), insomma, non mancano. Senza contare che il Cane a 6 zampe potrà dire di far parte del “progetto Gnl più grande al mondo”, fanno sapere dall’azienda.
Eni (che oggi, giorno successivo all’annuncio, segna un +1,10% a Piazza Affari) è stata infatti selezionata da QatarEnergy come nuovo partner internazionale per l’espansione del progetto North Field East (NFE) durante una cerimonia nella quale l’accordo è stato firmato da Claudio Descalzi, Ad di Eni, e dal ministro di Stato del Qatar per gli affari energetici, che è anche presidente e Ad di QatarEnergy, Saad Sherida Al-Kaabi.
L’accordo di partnership prevede la creazione di una nuova joint venture, con QatarEnergy al 75% e Eni al 25%. La joint venture a sua volta deterrà il 12,5% dell’intero progetto NFE, di cui fanno parte 4 mega treni GNL con una capacità combinata di liquefazione pari a 32 milioni di tonnellate/anno (MTPA), cifra che rende il progetto il più grande al mondo, superiore ai grandi piani americani e canadesi, secondo la società Nes Fircroft.
Il progetto NFE consentirà di aumentare la capacità di esportazione di GNL del Qatar dagli attuali 77 MTPA a 110 MTPA. Con un investimento di 28,75 miliardi di dollari, NFE dovrebbe entrare in produzione entro la fine del 2025 e, fanno sapere da Eni, “impiegherà tecnologie e processi all’avanguardia per minimizzare l’impronta carbonica complessiva, tra cui la cattura e lo stoccaggio della CO2”.
Nel suo intervento durante la cerimonia, l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha detto: “Siamo onorati e lieti di essere stati scelti come partner nel progetto di espansione North Field East. Come nuovi arrivati in questo progetto di GNL di rilevanza globale, sentiamo il privilegio e la responsabilità di essere un partner strategico di riferimento per lo Stato del Qatar. Questo accordo è una significativa pietra miliare per Eni e si inserisce nel nostro obiettivo di diversificazione verso fonti energetiche più pulite e affidabili, in linea con la nostra strategia di decarbonizzazione. Eni è pronta a lavorare con QatarEnergy su questo progetto per contribuire positivamente ad aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento di gas a livello mondiale”.
L’accordo ha una durata di 27 anni. Secondo la società guidata da Descalzi, si tratta di una mossa strategica per Eni, che rafforza la propria presenza in Medio Oriente ottenendo l’accesso a un produttore di GNL leader a livello globale, con riserve di gas naturale tra le più grandi al mondo. “Questa collaborazione rappresenta inoltre una tappa significativa nella strategia di diversificazione dell’azienda, che amplia il proprio portafoglio di fonti energetiche più pulite e affidabili”, si legge in una nota dell’azienda.
Non va infatti dimenticato che mentre è a caccia di Gnl per l’allontanamento del fabbisogno energetico italiano dal gas russo, Eni sta anche puntando sulle rinnovabili, attuando un piano annunciato più di un anno fa e che a inizio 2022 ha portato alla nascita di Plenitude, il veicolo rinnovabili-retail per il quale è stata recentemente annunciata la quotazione in Borsa su Euronext Milan. Secondo Descalzi, “Plenitude aiuterà milioni di clienti in tutta Europa a passare all’energia sostenibile”.
La cessione sul mercato di una parte del business, per l’Ad, “libererà un valore significativo e accelererà la sua crescita, aiutando Eni a tagliare le emissioni Scope 3 attualmente generate dai propri clienti. Un passo fondamentale per raggiungere il nostro net zero target”.