Sapranno oggi qual è il loro destino i 10 ex terroristi italiani rifugiati in Francia, dove vivono ormai da 40 anni, e per i quali l'Italia - con l'operazione 'Ombre Rosse' scattata nell'aprile di un anno fa - ha chiesto l'estradizione. Ad ascoltare la decisione della Chambre de l'Instruction della Corte d'Appello di Parigi, ci saranno tutti gli italiani condannati e fuggiti in Francia, ad eccezione del più anziano, Giorgio PIETROSTEFANI, 78 anni.Da tempo malato, per le conseguenze di un trapianto è spesso in ospedale e in condizioni che non gli hanno consentito finora di essere presente alla altre udienze che lo riguardavano. È stato uno dei fondatori di Lotta Continua, in Italia ha avuto una condanna a 22 anni come uno dei mandanti dell'omicidio Calabresi. Per lui, come per gli altri estradabili, in questi mesi si sono susseguite le udienze, che in buona parte sono stati rinvii per consentire l'invio dall'Italia di materiale relativo alle condanne degli ex terroristi. Ora che per tutti il dossier dovrebbe essere completo, la parola sta alla giustizia francese che - caso per caso - può decidere di accogliere la richiesta o respingerla.
Possibile anche - secondo quanto trapela in questa vigilia di grande tensione per una vicenda che ha diviso l'opinione pubblica italiana da quella francese - che per alcuni di loro venga disposto un ulteriore rinvio per consentire l'acquisizione di nuovi documenti.
Ecco chi ci sarà in aula.
- ENZO CALVITTI, 67 anni, ex psicoterapeuta oggi in pensione ed ex Br condannato in contumacia a 18 anni di carcere per associazione a scopi terroristici e banda armata.
- NARCISO MANENTI, 64 anni, 40 dei quali trascorsi in Francia, arredatore e gestore di una società di comunicazione. E' sposato dal 1985 con una francese dalla quale ha avuto 3 figli ed è oggi nonno. Ex membro dei 'Nuclei armati per il contropotere territoriale', fu condannato nel 1983 all'ergastolo per l'omicidio dell'appuntato Giuseppe Gurrieri.
- GIOVANNI ALIMONTI, 66 anni, padre di due figlie e oggi anche lui nonno, faceva invece parte delle Brigate rosse. E' stato condannato nel 1992 a 19 anni di carcere per il tentato omicidio di un poliziotto nel 1982, Nicola Simone.
- ROBERTA CAPPELLI, 66 anni, è stata condannata all'ergastolo di isolamento per tre omicidi avvenuti a Roma: quello del generale dei carabinieri Enrico Galvaligi, ucciso l'ultimo dell'anno del 1980, dell'agente di polizia Michele Granato (9 settembre 1979) e del vice questore Sebastiano Vinci (19 giugno 1981).
- MARINA PETRELLA, 67 anni, ex Br come la Cappelli, condannata come lei per l'omicidio del generale Galvaligi, del sequestro del giudice Giovanni D'Urso, avvenuto a Roma il 12 dicembre del 1980, e dell'assessore regionale della Democrazia Cristiana Ciro Cirillo, avvenuto a Torre del Greco il 27 aprile del 1981 e nel quale furono uccisi due membri della scorta, per l'attentato al vice questore Nicola Simone (insieme a Cappelli e Alimonti).
- L'ex brigatista SERGIO TORNAGHI, 63 anni, anche lui condannato all'ergastolo, fra l'altro per l'omicidio di Renato Briano, direttore generale della 'Ercole Marelli'.
- MAURIZIO DI MARZIO, 60 anni, sfuggito alla retata dell'aprile 2021 e arrestato in seguito, è al centro di una diatriba sulla prescrizione. Dovrebbe scontare in Italia un residuo di pena a 5 anni e 9 mesi di carcere per banda armata, associazione sovversiva, sequestro di persona e rapina. Di Marzio gestisce a Parigi da molti anni un noto ristorante, il 'Baraonda'.
- RAFFAELE VENTURA, 70 anni, ex Formazioni Comuniste Combattenti, dovrebbe scontare 20 anni di carcere in Italia dopo essere stato condannato per concorso morale nell'omicidio del vicebrigadiere Antonio Custra, avvenuto il 14 maggio 1977, durante una manifestazione della sinistra extraparlamentare a Milano.
- LUIGI BERGAMIN, 72 anni, ex militante dei Pac (Proletari Armati per il Comunismo), è anche lui al centro di una battaglia legale per la prescrizione. Deve scontare una pena a 16 anni e 11 mesi di reclusione come ideatore dell'omicidio del maresciallo Antonio Santoro, capo degli agenti di polizia penitenziaria ucciso a Udine il 6 giugno 1978 da Cesare Battisti.