Gente d'Italia

Tommasi, questa vittoria vale come uno scudetto?

Damiano Tommasi (foto dalla sua pagina Facebook)

di Lucio Fero

In un punto dell'ora che scorre tra le 23 e le 24 di domenica 26 giugno il mestiere, un mestiere va oltre la frutta. Quale mestiere? Ormai difficile dire. Non quello del giornalismo, cioè dei mass media. Supponeva quel mestiere un termine medio e una funzione intermedia tra i fatti e coloro cui i fatti venivano portati a conoscenza attraverso la mediazione appunto del confezionare un prodotto: la notizia, il giornale, il tg...Neanche quello oggi effettivamente svolto dai giornalisti e cioè il mestiere di comunicatori, l'attività di comunicazione che non contempla e prevede nessuna mediazione e termine medio: si fa da terminale alle comunicazioni altrui, le si trasferisce su una piattaforma quale che sia, quali che siano le comunicazioni. Senza filtro di plausibilità, senza setaccio di competenze. Ma in quel punto dell'ora che scorreva tra le 23 e le 24 di domenica 26 giugno è scoccata una scintilla da cui un lampo, da cui fu luce piena su una ormai non più nuova ma prevalente attività. Cui va dato pieno riconoscimento, chiamandola con il suo nome. Anche se non è chiarissimo quale questo nome possa essere.

La genialità dello sciocco - Verona, è stato eletto sindaco Damiano TommasiSon successe un sacco di cose: c'è stata una sorpresa elettorale, Tommasi è sindaco a sorpresa, la Destra si è divisa al primo turno, Sboarina candidato di Giorgia Meloni ha fatto pubblico disprezzo degli (alleati?) di Lega e Forza Italia, il cosiddetto centro destra si è suicidato nel caos e mostra scarsa fibra nei suoi esponenti, Tommasi ha vinto ed è sindaco perché parla un linguaggio, almeno un linguaggio, che non è quello dei talk-show e dei tweet...

E intorno a Tommasi sono gli incaricati di fargli dire qualcosa (intervistarlo, suvvia, è parola grossa). Uno degli incaricati si carica, carica la sua interna dinamo professionale e intellettuale sotto l'impulso dello "e io che gli domando a Tommasi?". Ideona: gli domando se la vittoria vale quanto uno scudetto. E così lo sciocco come categoria dello spirito viene attivata da una auto percepita genialità.

Rara avis? No, stormo - Certo è dura eguagliare il colpo d'ala della domanda "questa vittoria è come uno scudetto?". Certo in questa domanda, nel concepirla prima ancora che nel porla, c'è una inconsueta e non comune capacità di sintesi e fusione tra il grottesco e , diciamo così, l'ingenuo. Certo c'è della grandezza in questa creatività assemblante il banale e l'orecchiato e c'è dell'ardimento nell'esperire nuove strade della divulgazione. Una domanda al politico che è stato calciatore se la vittoria elettorale sia come uno scudetto è cucina fusion da chef, una domanda così non si batte. Però chi l'ha pensata, posta e mandata in onda nella notte della "fatal Verona" (un po' anche per le cronache politiche) non è rara avis. C'è stormo a seguirlo e dopo la domanda di Verona le cronache politiche non potranno mai più essere le stesse.

 

Exit mobile version