La nuova diga del porto di Genova sarà più corta di 2-300 metri per risparmiare sui costi e la negoziazione sarà portata avanti anche con altre imprese oltre a quelle delle due cordate che avevano manifestato interesse a realizzare l'opera ma che non hanno presentato offerto lasciando la gara senza partecipanti. un miliardo e 300 milioni. la prima parte, quella della gara andata deserta vale 929 milioni. Il progetto prevede il posizionamento di 104 cassoni in cemento armato a una profondità di 50 metri. I cassono sono alti 28 metri, larghi 24 e lunghi 40. Le due compagini che avevano manifestato interesse sono quelle composte da We Build, Fincantieri, Fincosit e Sidra; e Eteria (Gavio - Caltagirone), Rcm e Acciona. Si sarebbero tirate indietro per il lievitare degli extracosti dovuti al rincaro delle materie prime e perché l'importo di base d'asta era sottostimato. Perplessità c'erano anche per le penali previste per i ritardi nella consegna.
"A dicembre questi non ritenevano una follia affrontare il cantiere. Nel frattempo sono successi diversi fatti che hanno destabilizzato tutto: con la pandemia e la guerra in Ucraina ha causato alle imprese un ripensamento. Ma un conto è se questa vicenda la spieghiamo così, un altro è pensare che abbiamo sbagliato tutto negli ultimi 3 anni.. C'è un problema sistemico", dice Signorini, ricordando che anche Rfi ha ritirato diversi bandi per poi riemetterli. «Non condivido questo clima di frustrazione eccessiva. Abbiamo testato il mercato e adesso possiamo rivedere alcuni elementi del bando e tornare sul mercato. Andremo, come è possibile fare, a una negoziazione diretta sul mercato con chi ha partecipato alla manifestazione di interesse e anche con altri soggetti. Le imprese potranno proporre migliorie che rispettano il progetto, approvato dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, ma consentono di risparmiare; il molo da 2,8 Km potrebbe anche diventare più corto, 2-300 metri, salvaguardando comunque le caratteristiche di sicurezza e se ne tiene conto sul costo risparmiando alcune centinaia di milioni; poi c'è l'adeguamento dei prezzi attraverso il dl Aiuti che riconosce un forfettario del 20% come adeguamento del prezzario regionale. Se ci fosse un ulteriore aumento è prevista una copertura del 90% di questa eccedenza. Ho sentito il ministro Giovannini che sostiene assolutamente l'opera, e il governo farà il possibile per dare priorità alla diga nel finanziamento degli extra costi con il fondo, e anche noi stiamo valutando di inserire maggiori risorse», spiega Signorini. Quanto saranno in totale gli extracosti? «Se ci attestiamo ai calcoli del governo, siamo intorno ai 150- 200 milioni, però la norma attuale dice che qualsiasi numero oltre i 150-200 milioni è coperto al 90%. Le imprese ritengono che ancora oggi la tutela non sia sufficiente, ma secondo me con l'aiuto del governo e delle istituzioni locali si potrà sciogliere anche questo nodo». La negoziazione partirà dalla prossima settimana e dice Signorini "Contiamo ci siano altri gruppi interessati"