Donne d’Impresa: Marina de Eccher, fondatrice di Rizzani de Eccher, edilizia. “Guido la macchina e senza mai aver avuto alcun incidente: di questo vado orgogliosa, anche se un po’ meno da quando il sindaco mi ha detto di avere autorizzato per me la più vecchia patente in città…”.
A parlare così, con un sorriso soddisfatto è Marina Bonazza De Eccher, 99 anni: ma non si vedono e lei non se li sente davvero. Ancora oggi è Amministratore Delegato, e la troviamo in azienda insieme a figli e nipoti .
“Siamo già arrivati alla terza generazione”, sottolinea Marina de Eccher con orgoglio. Rimasta vedova a 39 anni, ha “tirato su” 5 figli di cui una scomparsa prematuramente. Donna di straordinaria energia ancora oggi, positiva e ottimista, super premiata nel settore dell’economia con l’azienda da lei fondata insieme al marito.
Una nonna fra donne fortunate
Una super nonna di ferro e da 50 anni anche socia di AIDDA. Si dichiara una donna fortunata perché – dice – ha potuto lavorare sempre, tutta la vita e con grandi soddisfazioni, che continuano ancora oggi in famiglia e in azienda. La sua casa è un concentrato di studio, azienda , palestra, e benessere.
Assolutamente autonoma fin da quando è rimasta vedova, ci parla oggi del prossimo compleanno del maggiore dei suoi figli che compirà 71 anni e festeggerà a Capri.
“Siamo un’azienda familiare con sede ad Udine e operiamo a livello globale. I nostri valori – dice – sono: trasparenza, sicurezza, sostenibilità ambientale, professionalità e flessibilità. Miriamo all’eccellenza in tutto ciò che facciamo.
“Non a caso Rizzani de Eccher è leader italiano nel mercato edile internazionale, dove ha realizzato progetti in oltre 70 Paesi. Il Gruppo è attivo in diversi settori dell’ingegneria, della progettazione e delle costruzioni. Le nostre competenze sono organizzate in molteplici divisioni operative, coordinate e gestite in modo unitario. Siamo specializzati in appalti generali per progetti edilizi, infrastrutturali generali, ma anche in ingegneria e attrezzature speciali per ponti e viadotti.
“Vantiamo – conclude Marina Bonazza – naturalmente anche una forte vocazione internazionale di esportatore agile ed efficiente”. Con questo spirito di squadra che davvero non ha età Marina fa scuola ancora oggi esempio di lungimiranza e ottimismo che fa presagire anche un futuro del Gruppo davvero garantito! Le chiediamo:
In tempi quando le donne erano escluse da ruoli apicali, lei invece ha costruito un’impresa. Cosa ci può dire di questa sua esperienza così moderna e innovativa?
Ad onor del vero, l’impresa è stata fondata e avviata assieme a mio marito. Non è giusto quindi attribuirmi tutti i meriti.
Io ho sempre lavorato. Ho sempre ritenuto che l’opinione altrui rispetto al mio essere donna fosse di secondaria importanza. Questo non vuol dire che non ci siano state difficoltà o ostacoli da superare, ma come imprenditrice sono comunque riuscita a crescere.
Dopo la mancanza di mio marito in diverse situazioni i contatti lavorativi risultavano più difficili a causa del mio non essere uomo. Oggi, rispetto a 50 anni fa, l’approccio è molto migliorato
Quale il segreto per garantire ancora oggi l’equilibrio di un cambio generazionale così “allargato” e ben costruito?
Quando due dei miei figli sono entrati in azienda ho dato loro “carta bianca”. Volevo che fosse chiara la mia fiducia nei loro confronti e che capissero che potevano portare avanti le loro idee aziendali senza dover scendere a compromessi.
Per l’azienda è stato importante avere un nuovo sguardo e perseguire gli obbiettivi della nuova generazione. Adesso saranno i miei nipoti ad innovare e a far sentire la loro voce e anche a loro saranno dati lo spazio e la fiducia necessari.
Il suo settore, ancora oggi è “in mano” agli uomini. Cosa ci può dire con la sua esperienza antesignana di sola donna all’interno di un Consiglio di Amministrazione?
Penso che i cambiamenti importanti richiedano tempo. Stiamo parlando di qualche decennio, un lasso di tempo breve perché cambi la percezione. Come giustamente dice, in altri settori l’ingresso delle donne è stato più facile. L’edilizia ha ancora un DNA molto maschile.
Un consiglio per le nuove generazioni ed in particolare per le donne che vogliono fare la differenza nel mondo imprenditoriale?
Le donne hanno sicuramente le stesse capacità e possono tranquillamente avere le stesse cariche e le stesse responsabilità di un uomo.
Si scontrano con i secolari pregiudizi maschili che hanno sempre pensato alla donna solamente in versione domestica. Ma fortunatamente le cose stanno cambiando.
Alle giovani donne consiglio di lavorare seriamente e di non permettere mai che al centro del problema ci sia il fatto che sono donne e che vengano fatte discriminazioni in quel senso.
Una imprenditrice ma con 5 figli e 10 nipoti e già un pronipote. Un impegno a 360° gradi. Ne valeva la pena?
Essere una brava madre e una brava nonna può anche voler dire avere da offrire una versione del mondo che esula dalle pareti di casa. Essere un’imprenditrice è anche questo. Certo, ho portato avanti un doppio impegno, ma in cambio ho avuto una vita ricca e stimolante. Ne è sicuramente valsa la pena.
Corsi e ricorsi di Gianbattista Vico: la guerra nel 2022. Cosa ne pensa?
Durante la seconda guerra mondiale ero una giovane donna e ne ricordo tutti i problemi e le difficoltà. Pensare che invece di affrontare i problemi di molti popoli, la povertà, la salute, l’istruzione, il cambiamento climatico ci spariamo ancora l’un l’altro mi addolora profondamente.