di Adele Sarno

Qualcuno ha potuto già dare una sbirciatina. E il piccolo gruppo di astronomi che nel mondo ha avuto il privilegio di farlo ha raccontato di non essere riuscito a trattenere l'emozione. “Quello che ho visto mi ha commosso, come scienziato, ingegnere e come essere umano”, ha raccontato Pam Melroy, ex astronauta e Deputy Administrator della NASA. Parliamo delle immagini dell’universo catturate da James Webb, il telescopio spaziale (il più grande e complesso osservatorio mai lanciato finora nello spazio), che lunedì 11 e martedì 12 sono mostrate al mondo. Si alza il sipario su una galleria fotografica che mostrerà quello che l’occhio umano non ha mai visto: un universo dipinto dai colori dei raggi invisibili dell’infrarosso e della radiazione termica. Il capo della Nasa, Bill Nelson, ha parlato dell'immagine più profonda che sia mai stata scattata del nostro Universo.

Per estrapolare ed elaborare dai dati grezzi del telescopio questa sequenza di foto gli scienziati hanno impiegato settimane. Ma il lavoro di Webb viene da molto più lontano. Il suo viaggio è ufficialmente iniziato il 25 dicembre 2021, la progettazione è iniziata 30 anni fa e la sua pianificazione è costata circa 10 miliardi di dollari. Lo scorso gennaio ha raggiunto il primo obiettivo ed è arrivato a destinazione a una distanza di circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra. Le immagini sono state catturate grazie alla capacità di Webb di penetrare attraverso le nubi di polvere cosmica e di rilevare la luce delle prime stelle. In altre parole la sensibilità agli infrarossi (che vengono bloccati dall'atmosfera e quindi possono essere studiati solo nello spazio) gli ha consentito di rilevare sorgenti luminose che altrimenti sarebbero nascoste nello spettro visibile da polvere e gas. In questo modo Webb ha potuto guardare più indietro nel tempo rispetto a qualsiasi telescopio precedente, ed è arrivato al periodo subito dopo il Big Bang, 13,8 miliardi di anni fa.

"Quando ho visto le immagini per la prima volta ho appreso tre cose sull'Universo che non sapevo prima", ha detto all'AFP Dan Coe, astronomo STSI ed esperto dell'Universo primordiale. "Mi ha completamente sbalordito". Venerdì la Nasa ha pubblicato una piccola anticipazione, un elenco dei target mostrati, cioè dei cinque soggetti celesti scelti per il debutto di Webb. Parliamo di galassie lontane, nebulose luminose e un gigantesco pianeta gassoso. E ha svelato un piccolo cambio di programma. È stato Biden alle 17 (23 ora italiana) dell’11 luglio in una conferenza alla Casa Bianca, a svelare la prima foto di Webb. Mentre oggi, martedì alle 10.30 (16.30 ora italiana) Nasa, Esa e Csa (l'agenzia spaziale canadese) divulgano tutte e cinque immagini a colori.

Ma vediamo quello che ha anticipato la Nasa. Questo primo pacchetto di immagini metterà in evidenza i temi scientifici che hanno ispirato la missione e saranno al centro del suo lavoro: l'universo primordiale, l'evoluzione delle galassie nel tempo, il ciclo di vita delle stelle e altri mondi. La Nebulosa Carina è una delle nebulose più grandi e luminose del cielo, situata a circa 7.600 anni luce di distanza nella costellazione meridionale della Carina. Le nebulose sono vivai stellari dove si formano le stelle. La Nebulosa Carina ospita molte stelle massicce, diverse volte più grandi del Sole.

SMACS 0723 è un altro obiettivo. Si tratta di un'area in cui enormi galassie in primo piano ingrandiscono e distorcono la luce degli oggetti dietro di loro, consentendo viste profonde in ammassi di galassie molto distanti e intrinsecamente deboli. WASP-96b è un pianeta gigante al di fuori del nostro Sistema Solare, composto principalmente da gas. Il pianeta, situato a quasi 1.150 anni luce dalla Terra, orbita attorno alla sua stella ogni 3,4 giorni. Ha circa la metà della massa di Giove e la sua scoperta è stata annunciata nel 2014. NEBULOSA ANELLO Meridionale L’Anello Meridionale, o nebulosa “Eight-Burst”, è una nebulosa planetaria – una nuvola di gas in espansione, che circonda una stella morente. Ha un diametro di quasi mezzo anno luce e si trova a circa 2.000 anni luce dalla Terra. STEPHAN’S QUINTET "Il Quintetto di Stephan, uno dei primi gruppi di galassie compatte mai osservato, nel 1877, si trova a 290 milioni di anni luce di distanza. La galassia bluastra in primo piano a soli 40 milioni di anni luce di distanza". È noto per essere il primo gruppo di galassie compatte mai scoperto. Quattro delle cinque galassie all’interno del quintetto sono bloccate in una danza cosmica di ripetuti incontri ravvicinati.

Enormi ammassi di galassie in primo piano ingrandiscono e distorcono la luce degli oggetti dietro di loro, consentendo una visione a campo profondo sia delle popolazioni di galassie estremamente distanti che intrinsecamente deboli. Sono molti gli scienziati convinti che le scoperte di James Webb trasformeranno l'astronomia, fornendo il primo assaggio di galassie infantili risalenti a soli 100 milioni di anni dopo il Big Bang, quella grande esplosione che ha determinato l'espansione dell'universo conosciuto circa 13,8 miliardi di anni fa. “Sta per iniziare un periodo emozionante per le scoperte scientifiche che riguardano il nostro universo. Il rilascio delle prime immagini a colori di Webb offrirà a tutti noi un momento unico per fermarci e ammirare una vista che l'umanità non ha mai visto prima", ha affermato Eric Smith, scienziato del programma Webb presso la sede della NASA a Washington. "Queste immagini saranno il culmine di decenni di dedizione, talento e sogni, ma saranno anche solo l'inizio".