di Matteo Forciniti
Il "Día del Inmigrante Italiano in Uruguay" è finalmente realtà. Mercoledì mattina il Senato ha approvato definitivamente e all'unanimità il progetto di legge che nel suo unico articolo dichiara il 23 novembre di ogni anno come la giornata dell'immigrato italiano, un riconoscimento simbolico sul modello di quanto già esiste da tempo in Argentina e Brasile.
Per entrare formalmente in vigore, la legge dovrà essere autorizzata dal potere esecutivo che avrà 10 giorni di tempo per una firma che sembra inevitabile su un provvedimento che ha avuto l'appoggio incondizionato di tutti i partiti in entrambe le camere.
È stato un iter legislativo abbastanza lungo e incomprensibile quello che ha dovuto affrontare questo progetto durato più di 3 anni tra cambio di legislatura, cambio di esecutivo e la pandemia che a un certo punto sembrava poter affossare la proposta. Eppure, il risultato finale era ampiamente prevedibile dato che l'interesse per l'Italia trova sempre il massimo consenso nella politica uruguaiana.
Il progetto di legge, anticipato da Gente d'Italia, era stato presentato nel 2019 dal deputato Enzo Malán che aveva accolto la richiesta partita due anni prima dalla Società Italiana di Colonia. A lungo è stato però bloccato all'interno della commissione della Camera "Constitución, códigos, legislación general y administración" dove è stato anche oggetto di scontro tra i deputati. La prima approvazione si è avuta nel dicembre dello scorso anno con il voto favorevole della Camera dei Rappresentanti che ha visto, come era auspicabile, tutti i partiti coincidere sul progetto. Oltre a Malán, altri deputati del Frente Amplio avevano firmato la richiesta dell'associazione di Colonia nel 2019: Gonzalo Civila, Nicolás Lasa, Roberto Chiazzaro, Hermes Toledo Antúnez e Darcy De Los Santos.
Un clima speciale ha accompagnato la sessione del Senato mercoledì mattina presieduta da Graciela Bianchi. Quasi tutti i senatori sono voluti intervenire su un argomento che suscita grande sensibilità tanto per il ricordo collettivo di un pezzo di storia della nazione come a livello personale con il racconto delle storie familiari.
A dare il via al dibattito è stata Carmen Sanguinetti (Partido Colorado), presidente della commissione "Población, desarrollo e inclusión" che ha portato in aula la legge: "Gli italiani hanno dato un contributo molto importante al nostro paese fin dall'inizio del processo di costruzione della nostra identità. L'impatto che le diverse ondate migratore hanno avuto è stato fortissimo e hanno trasformato la nostra nazione. Lo si può vedere nella vita quotidiana in tantissimi aspetti dalla cultura alla gastronomia, dalla musica, all'arte, dalla letteratura al teatro. Questo progetto di legge è stato discusso a lungo nelle commissioni e ha coinvolto anche le istituzioni italiane".
Un omaggio alle donne è arrivato da Sandra Lazo del Frente Amplio: "Le relazioni tra Italia e Uruguay hanno antiche radici e risalgono addirittura al Regno di Sardegna con il primo accreditamento di un corpo diplomatico avvenuto nel 1834, prima ancora dell'Unità d'Italia. L'Italia è stato per noi un punto di riferimento culturale fondamentale e proprio per questo io vorrei citare il contributo dato dalle donne".
Il senatore Jorge Saravia del Partido Nacional ha ricordato un pezzo della propria storia familiare vissuto tra idee politiche opposte tra un nonno "batllista" (il movimento progressista che si ispira al presidente José Batlle y Ordóñez) e un altro "blanco" del Partido Nacional: "Fin dai tempi di Garibaldi, gli italiani hanno avuto un ruolo determinante nella costruzione della politica in Uruguay, penso al Partido Colorado ma non solo. La diversità del nostro sangue è il prodotto del miscuglio di culture diverse che hanno permesso il rafforzamento dei valori democratici".
"Italia e Spagna sono la colonna vertebrale dell'Uruguay". Così ha esordito Raúl Lozano (Cabildo Abierto) prima di parlare del contributo dato allo sport da parte dei calciatori italouruguaiani: "Da Nasazzi a Scarone campioni del mondo nel 1930 e poi gli eroi del Maracanazo nel 1950 Ghiggia, Schiaffino, Maspoli e Gambetta. Ma dobbiamo ricordare anche gli italouruguaiani che hanno vestito la maglia della nazionale italiana come Sansone, Andreolo e Mascheroni. Da sempre, quindi, c'è stata una grande partecipazione in entrambe le nazioni".
Dalla collettività armena di cui fa parte a quella italiana: è un rapporto "molto affettuoso" quello descritto da Liliam Kechichian (Frente Amplio). "L'Uruguay" -ha affermato- "ha ricevuto questi immigrati con braccia e porte aperte". Anche lei ha poi voluto rendere omaggio alle donne italiane che "sono state tantissime seppur dimenticate dalla storia ufficiale come cuoche, artiste e modiste. Gli italiani hanno esercitato un ruolo fondamentale in tanti ambiti della società dal lunfardo alla letteratura e poi anche nello sviluppo delle idee anarchiche. Quello che stiamo facendo oggi è compiere qualcosa che ha ragione di esistere e inoltre ce lo chiede la società".
"Il diritto romano mi ha sempre impressionato" ha dichiarato Guillermo Domenech (Cabildo Abierto). "Ho sempre seguito con grande interesse la storia dell'impero romano, di come una potenza militare sia riuscita anche a elaborare norme giuridiche che sono ancora oggi la base della società occidentale. Questa prestigiosa tradizione è continuata nel tempo con altri illustri giuristi contemporanei che noi abbiamo studiato come Carrara, Calamandrei e Messineo".
La storia della comunità valdese in Uruguay è stata al centro dell'intervento di Silvia Nane (Frente Amplio): "Nel dipartimento di Colonia, intorno alla metà dell'ottocento, cominciarono a stabilirsi le famiglie di religione valdese provenienti dal Piemonte che scappavano dalla miseria e dalla persecuzione religiosa. Oggi vorrei sottolineare il profondo senso di solidarietà da parte di questa comunità che hanno sempre vissuto con la convinzione che la società siamo tutti noi, non solo i più produttivi ma anche i più deboli".
Amanda Della Ventura (Frente Amplio) ha voluto citare il caso di San Cono, il santo di Teggiano (Salerno), portato dagli immigrati e che è diventato un'icona del dipartimento di Florida.
Il ricordo di Jorge Gandini (Partido Nacional) è partito da un viaggio effettuato nel 2018 come presidente della Camera che ha fatto tappa in Piemonte nel paese di origine della famiglia: "Non dimenticherò mai l'accoglienza ricevuta a Predosa (Alessandria) e il modo in cui queste persone sono riuscite a trasmettere alle nuove generazioni i valori del sacrificio e del lavoro. In definitiva, capire l'Italia è capire anche l'Uruguay. Mettere una data a tutto questo vuol dire riaffermare la nostra identità nazionale".
"Tutta questa storia che abbiamo con l'Italia si riflette anche nel presente". Due in particolare gli esempi forniti da Daniel Olesker (Frente Amplio) a partire "dal rilevante accordo di previdenza sociale tra i nostri due paesi che ha portato a un importante lavoro che oggi svolgono i patronati sotto un carattere di solidarietà". E poi ancora "la collaborazione che abbiamo avuto con l'Italia nell'ambito del sistema sanitario".
Diversi altri sono stati poi i senatori intervenuti nel corso del dibattito che hanno voluto manifestare il loro appoggio al progetto di legge tanto con un piccolo ricordo familiare come con un omaggio all'Italia e la sua influenza in Uruguay: Carmen Asiaín, Gloria Rodríguez e Sergio Botana (Partido Nacional), Raúl Batlle, Germán Coutinho e Nibia Reisch (Partido Colorado), Sebastián Sabini (Frente Amplio) e Guido Manini (Cabildo Abierto)