di Ilaria Betti
Di fronte ai problemi il genio umano si affina, cercando soluzioni, talvolta inattese. È ciò che stanno facendo diverse startup di tutto il mondo per tentare di risolvere, o almeno alleviare, l'emergenza siccità. Webuild, la multinazionale italiana delle grandi opere e tra i leader mondiali delle infrastrutture nel settore acqua, ad esempio, ha in serbo un progetto “per togliere il sale dal mare”. Il piano, chiamato “Acqua per la Vita”, che verrà presentato a breve a governo e istituzioni, mira a fornire una risposta concreta alla crisi, puntando tutto sulla desalinizzazione dell'acqua marina. “Investire in dissalatori capaci di produrre acqua potabile dall’acqua del mare è per noi di Webuild la risposta ideale, ma anche la più celere, per risolvere il drammatico problema della siccità che sta attanagliando l’Italia. Serve investire in un piano strutturato che sia in grado di garantire al Paese l’acqua, su base continua e duratura”, ha affermato Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, al GR1. “In questo modo, il 30% della popolazione italiana– quasi 17 milioni di persone –non avrebbe più il problema di dover soffrire la sete – ha aggiunto Salini -. È un progetto che si farebbe rapidamente: nell’ambito dei prossimi due anni, l’Italia potrebbe avere a disposizione l’acqua di cui necessita. È il sistema, realizzato da Webuild, che già oggi garantisce acqua potabile a Dubai e pensiamo si possa fare anche in Italia”.
Desalinizzare l'acqua del mare: una soluzione sempre più adottata - Se città “strappate al deserto” come Abu Dhabi o città ad alto consumo di acqua come Dubai usufruiscono già di dissalatori, è ragionevole pensare, secondo l'amministratore delegato, di introdurli anche in Italia. Secondo uno studio di Althesys, società indipendente di consulenza in ambito ambientale, con il think tank Water Strategy, e Acciona, la desalinizzazione ha conosciuto nell’ultimo mezzo secolo una forte crescita, con un tasso medio dell’8% annuo. Al 2020, la desalinizzazione è impiegata in 183 Paesi. Quasi la metà della capacità totale (47,5%) è installata nei Paesi del Medio Oriente, dice lo studio di Althesys. Globalmente sono operativi circa 16.000 impianti, per una capacità totale di oltre 78 milioni di metri cubi al giorno. In Europa, sono soprattutto i Paesi mediterranei quelli interessati a questo processo, che infatti ha visto un notevole sviluppo soprattutto in Spagna, dove al 2021 risultano installati circa 765 impianti. Tra questi, anche installazioni di grandi dimensioni al servizio di vaste aree urbane, come nel caso di Barcellona. Ma qual è la situazione in Italia? Secondo il report, l'Italia presenta caratteristiche ideali per lo sviluppo della desalinizzazione dato che sono molte le aree soggette a scarsità cronica di acqua. Eppure la desalinizzazione conta oggi solo per lo 0,1% dei prelievi idrici complessivi. Non solo: nelle isole la desalinizzazione in situ è assai più conveniente del trasporto. Il costo dell’acqua desalinizzata si attesta infatti sui 2-3 €/m3, mentre il prezzo di un metro cubo di acqua trasportata via nave si aggira su livelli molto più alti, circa 13-14 euro. Molte isole, soprattutto in Sicilia, Toscana e Lazio, hanno già iniziato a dotarsi di impianti di desalinizzazione. La maggior parte di quelli presenti nelle principali isole italiane è stata costruita dopo il 2005. Ricordiamo che il PNRR individua quattro voci di investimenti con lo scopo di "garantire la sicurezza dell'approvvigionamento e la gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l'intero ciclo" per risorse totali di 4,38 miliardi di euro, circa 51% nel Mezzogiorno (Missione 2 Componente 4), delle quali poco meno della metà sono dedicate ad “infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico”.
Impianti di desalinizzazione: risparmi e resistenze - Gli impianti di desalinizzazioni hanno beneficiato negli ultimi anni di un notevole perfezionamento dei processi e lo sviluppo dei materiali che hanno permesso la diminuzione dei costi. Già nel 2019 il costo di un impianto (tra investimento, gestione ed energia elettrica) era sceso per la prima volta sotto i 3 dollari, al metro cubo, ma poi nel 2020 ha visto un nuovo minimo storico a 1,5 dollari al metro cubo, dice Althesys. Dal punto di vista energetico inoltre la desalinizzazione può offrire sinergie con le rinnovabili. È uno strumento che, però, non sembra godere dei favori dell’esecutivo: “La dissalazione costituisce oggi una risposta reale e attuabile in tempi brevi all’emergenza idrica – spiega l’economista Alessandro Marangoni -. Si tratta di una tecnologia industrialmente matura, economicamente competitiva e sostenibile grazie alla ricerca e alla complementarità con le energie rinnovabili. Nonostante le ragioni economiche e ambientali che la sostengono, questa soluzione viene invece frenata da un quadro normativo e socio-politico sfavorevole. Per svilupparla è pertanto necessaria una maggior attenzione da parte delle istituzioni e degli enti locali sul fronte infrastrutturale e un quadro normativo adeguato”.
6 startup contro la siccità
Altered: risparmiare acqua grazie ad uno speciale rompigetto - Quando utilizziamo l'acqua in casa, soltanto una parte di essa è usata per il nostro scopo. Pensiamo, ad esempio, a quando laviamo i piatti: solo un quantitativo di acqua viene effettivamente utilizzato per pulire il piatto, il resto viene lasciato scorrere via. Per tentare di risolvere questo spreco, Altered, una startup svedese, con la quale Ikea ha stretto una partnership, ha inventato un rompigetto del rubinetto in grado di ridurre fino al 98% il consumo di acqua. Il risparmio si attua in due modi: la prima modalità prevede la nebulizzazione dell'acqua, la seconda prevede che l'acqua venga spruzzata (il risparmio, in questo caso, è dell'85%). Con Ikea, la startup ha sviluppato una propria versione del prodotto chiamata Misteln, al costo di circa 5 euro.
Ondo, contro le perdite nelle tubature, responsabili degli sprechi d'acqua - Talvolta si può sprecare acqua anche senza rendersene conto. A causa di perdite o problemi nelle tubature, in Italia il 40% dell'acqua non arriva al rubinetto. Per fornire una risposta a questa problematica è stata fondata una startup, LeakBot, ribattezzata di recente Ondo, che grazie a un dispositivo Iot è in grado di inviare una notifica tramite app nel momento in cui rileva un guasto alla rete, consentendo dunque di correre ai ripari prima che la situazione si aggravi. Basta agganciare un particolare device a una tubatura e il gioco è fatto. Secondo i dati di Ondo, i danni causati dalle perdite di acqua rappresentano la fonte più alta di reclami sulle proprietà residenziali e sono la causa di circa il 30% dei reclami assicurativi pagati nel Regno Unito e negli Stati Uniti (pari a 12,9 miliardi di sterline all’anno). A marzo 2022 la startup risultava attiva in quasi 40mila abitazioni tra UK e Stati Uniti.
The Circle, il più grande impianto di acquaponica in Europa - La startup romana The Circle ha realizzato il più grande impianto di acquaponica in Europa: 5mila metri quadrati. Nell’impianto acquaponico l’acqua circola dalle vasche dei pesci raggiungendo e fertilizzando le piante per tornare poi nuovamente pulita ai pesci senza sprechi né impatto negativo sull’ambiente. Questo consente di recuperare tutta l’acqua che le piante non sono state in grado di assorbire riducendo del 90% il consumo di acqua per kg di prodotto rispetto all’agricoltura tradizionale. L’acquaponica è considerata una pratica sostenibile, basata su una combinazione tra acquacoltura e coltivazione di ortaggi fuori suolo. L’obiettivo è quello di ottenere un ambiente simbiotico, in cui limitare il più possibile il consumo di terra e acqua. Non producendo nessun rifiuto e nessuna emissione, non solo è a impatto zero, ma a impatto positivo. Prevede una produzione per ettaro doppia rispetto alla norma, un risparmio annuale di emissioni di CO di 33.000 kg e un risparmio di 135 litri d’acqua per kg di prodotto. Non utilizza diserbanti, fertilizzanti di sintesi e antiparassitari e aumenta la velocità di crescita delle piante coltivate. “C'è un pesce nell'orto? Perfetto”, si legge sul sito ufficiale della startup. “Coltiviamo le migliori varietà vegetali senza generare alcun tipo di scarto riuscendo a valorizzare ogni rifiuto reintroducendolo nel nostro ciclo produttivo – si legge ancora -. Attraverso l’accoppiamento dei processi produttivi riusciamo a creare un ciclo virtuoso e una filiera agricola, energetica ed economica che non produce alcun rifiuto inquinante”.
Washout: lavare l'auto senza acqua - Si stima che per un lavaggio tradizionale dell’auto si consumino dagli 80 ai 140 litri d’acqua. Per risolvere questo spreco la startup italiana Washout (https://www.washout-app.com/), offre un servizio a domicilio ed ecosostenibile per privati e business di lavaggio con prodotti “savewater”, ovvero senza risciacquo o “waterless”, che si vaporizzano al momento dell'utilizzo. Fondata nel 2016 e acquisita nel 2020 da Telepass. Washout permette di risparmiare fino a 160 litri d’acqua per ogni lavaggio. Nel 2021 il risparmio complessivo è stato di circa 26 milioni di litri d’acqua, con un aumento del 70% rispetto al 2020: una cifra che corrisponde a 170.000 docce evitate.
Oggi Washout è presente in sei città: Bologna, Firenze, Milano, Monza, Roma e Torino. Da gennaio 2022 ha cominciato il suo percorso di internazionalizzazione, dalla Francia: Parigi e Lione. La sostenibilità del modello non riguarda solo l’eliminazione dell’acqua: nelle città dove opera Washout si è riscontrata una riduzione delle emissioni di CO2 di 6.800 kg che equivalgono a 45.000 km di spostamenti casa/lavoro-autolavaggio.
Hydrao: la doccia che ti avverte quando esageri con l'acqua -Fondata a Grenoble nel 2015, Hydrao ha come obiettivo quello di “preservare l’acqua potabile per le generazioni future attraverso la tecnologia“. Contro il problema dello spreco d'acqua in casa, la startup ha sviluppato un soffione doccia educativo ed ecologico a LED che cambia colore a seconda dei consumi. La gamma dei colori va dal verde (consumo di 0-10 litri) al rosso (30-40 litri) con due misure intermedie: blu (10-20 litri) e viola (20-30). Si stima che per ogni minuto di doccia si consumino circa 15-16 litri d'acqua.
PROiNOS: lo spreco d'acqua si combatte anche nei vigneti - Startup veneta fondata nel 2017, PROiNOS si propone di risparmiare acqua per annaffiare le vigne tramite sensori collocati sui vigneti che emettono un segnale quando necessitano di irrigazione. Il progetto PROiNOS, promosso dalla Cantina Sociale di Orsago, riguarda l’impatto generato dalla coltivazione della vite sull’acqua, sia dal punto di vista qualitativo (inquinamento da nutrienti e antiparassitari) sia da quello quantitativo (scarsa efficienza d’uso della risorsa), anche nella prospettiva degli effetti indotti dai cambiamenti climatici. Nello specifico, per l'irrigazione è prevista l'installazione ed utilizzazione della tecnologia IRRISmart (realizzata da Informatica Ambientale di Milano) basata sulla elaborazione di dati meteorologici, di umidità del suolo e delle caratteristiche dei vigneti e sulla distribuzione di consigli irrigui dedicati ai singoli operatori.