20di Mattteo Forciniti
"È stato difficile ma alla fine ce l'abbiamo fatta. Questa è una vittoria di tutti". Esprime grande soddisfazione il deputato Enzo Malán dopo l'approvazione definitiva del "Día del Inmigrante Italiano in Uruguay", un progetto di legge da lui presentato nell'aprile del 2019.
Allora Malán fu l'unico tra i parlamentari che rispose alla richiesta partita qualche anno prima dalla Società Italiana di Colonia che proponeva per il 23 novembre di ogni anno -data di rifondazione nel 2007 dell'associazione- di celebrare il contributo degli immigrati italiani sul modello di quanto già esisteva da tempo in Argentina e Brasile. Oltre al deputato del Frente Amplio, altri colleghi di partito firmarono l'iniziativa: Gonzalo Civila, Nicolás Lasa, Roberto Chiazzaro, Hermes Toledo Antúnez e Darcy De Los Santos.
Quello che si doveva risolvere solo in pochi mesi ha avuto invece più di tre anni di attesa in un lungo e tortuoso iter burocratico a tratti davvero incomprensibile. "Ci sono stati momenti complicati, più passava il tempo e più sembrava davvero difficile" ammette oggi il parlamentare socialista eletto nel dipartimento di Soriano ricordando tutto il processo. "A ostacolare l'approvazione c'è stato innanzitutto il cambio di legislatura e poi ovviamente la pandemia. Con la nuova legislatura sono entrato nella commissione della Camera 'Constitución y códigos' incaricata di seguire il progetto. Purtroppo con la pandemia i lavori della commissione sono andati a rilento e veniva data priorità ai temi più urgenti nonostante l'importanza di questa tematica. Fortunatamente, quando c'è stato più spazio, siamo riusciti ad affrontare il tema per poterlo poi portare alla Camera dei Rappresentanti dove è stato approvato lo scorso dicembre. A seguire c'è stato il lavoro della commissione 'Población, desarrollo e inclusión' del Senato e poi, finalmente l'approvazione definitiva avvenuta mercoledì scorso nell'aula del Senato. Era inevitabile e così è stato. Abbiamo dovuti aspettatare un po' ma quello che conta è aver ottenuto il risultato".
Sono due in particolare gli aspetti positivi che ci lascia questo "Día del Inmigrante Italiano" secondo Malán, discendente di una famiglia piemontese di religione valdese che si stabilì intorno alla metà dell'ottocento nella zona di Colonia: "C'è innanzitutto un riconoscimento molto significativo agli italiani e ai discendenti che hanno costruito l'Uruguay e che possiamo ancora oggi trovarne traccia praticamente in tutti gli ambiti dalla cultura alla gastronomia". "Un'altra cosa da sottolineare" -aggiunge- "è stato tutto il consenso che la proposta è riuscita a generare intorno. Durante i lavori per la sua preparazione siamo riusciti a coinvolgere tutte le istituzioni italiane, i patronati, il Comites, l'Ambasciata. In entrambe le Camere, poi, tutti i partiti hanno votato favorevolmente a un progetto che -è bene ribadirlo- è partito da un'associazione e non da un politico. È il segno evidente di un'iniziativa trasversale che ci unisce tutti perché riguarda la nostra storia".
L'auspicio, adesso, è che la data del 23 novembre possa trasformarsi in qualcosa di importante: "A mio modo di vedere questa data può rappresentare qualcosa di concreto e rilevante per le numerose collettività italiane presenti in tutto l'Uruguay. Almeno all'inizio può essere un grande motivo per tornare a riunirsi e a organizzarsi dopo il difficile periodo della pandemia. A partire da qui ogni proposta è benvenuta, magari per quanto riguarda l'aspetto culturale. Uno degli obiettivi che segnalava la Società Italiana di Colonia, d'altronde, era proprio quello di avere una data come momento di celebrazione verso la fine dell'anno".