Nero, nerissimo. D'umore. Credeva che la crisi in qualche modo potesse rientrare. Tanto è vero che martedì si era detto sereno, sicuro che l'esecutivo, seppur acciaccato, sarebbe andato avanti per la propria strada. Invece è andata come è andata (e non doveva andare): fine del governo Draghi.
Lui, il presidente del Partito democratico Enrico Letta, ha manifestato tutta la sua rabbia: "Una decisione folle, assurda, una giornata di follia", ha detto in diretta al Tg1: "Tre grandi partiti di questa maggioranza, in forme diverse, hanno deciso di mettere fino a questa esperienza e in particolare Berlusconi e Salvini, che hanno seguito la scelta di M5S di una settimana fa di aprire di fatto la crisi", ha spiegato il segretario del Pd parlando di "un giorno triste e drammatico per l'Italia". E poi ancora: "Gli italiani guardano sgomenti a quello che è accaduto nelle loro istituzioni e in alcuni partiti. Penso ai 19 mld del Pnrr che non arriveranno e alle riforme che non si faranno”.
Poi il segretario dem si è sfogato anche tramite twitter: “In questo giorno di follia il Parlamento decide di mettersi contro l’Italia. Noi abbiamo messo tutto l’impegno possibile per evitarlo e sostenere il governo Draghi. Gli italiani dimostreranno nelle urne di essere più saggi dei loro rappresentanti”. Quando? "Credo che andremo alle elezioni rapidamente. Sarà una campagna elettorale estiva, che io temo avvenga in una condizione molto difficile per il nostro Paese, perché fuori dal lavoro un governo forte e solido com'era questo, con la figura del presidente del Consiglio che ci ha difeso in Europa e rispetto alle turbolenze dei mercati finanziari, allo spread e all'inflazione".